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Pescara, 23/11/2024
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Data: 13/01/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Il Pd lascia fuori Di Marco: «Candidatura inopportuna». L'ex presidente della Provincia, indagato per Rigopiano, non compare nella lista. Dura la sua reazione: «Appoggerò il partito, ma questo merita di più e di meglio»

PESCARA A pochi giorni dalla sua convention preelettorale, che ha radunato centinaia di persone al porto turistico, Antonio Di Marco è costretto a dire addio al suo sogno di correre alle prossime elezioni regionali. Il suo partito, il Pd, lo ha escluso dalla lista dei candidati. Una decisione sofferta che pesa come un macigno sulle spalle dell'interessato. L'ex presidente della Provincia, sostenuto dal senatore Luciano D'Alfonso, è l'escluso eccellente. Ma nella lista mancano anche altri nomi di esponenti dem che, nei giorni scorsi, avevano offerto la loro disponibilità a candidarsi. Tra questi, l'assessore comunale Simona Di Carlo. E proprio lei aveva messo in guardia il suo partito chiedendo di non inserire nella lista persone coinvolte nella tragedia di Rigopiano, in cui ha perso la vita anche il fratello dell'assessore. La Di Carlo aveva puntato il dito contro Di Marco, tra gli indagati nell'inchiesta dell'ex resort travolto da una valanga il 18 gennaio 2017, ma anche contro la consigliera comunale Leila Kechoud, ascoltata dai magistrati come persona informata dei fatti. Quest'ultima, però, è stata inserita nella lista dei candidati di Pescara. E insieme a lei figurano anche il capogruppo regionale uscente Alberto Balducci, il vice sindaco Antonio Blasioli, l'assessore comunale Giacomo Cuzzi, l'ex deputato Antonio Castricone, la vice sindaco di Spoltore Chiara Trulli, l'ex assessore di Penne Valeria Di Luca, che ha preso il posto del segretario di circolo Andrea Vecchiotti, anche lui tra i disponibili. Non figura, inoltre, l'ex deputata Vittoria D'Incecco candidata con la lista Centristi per l'Europa. Ma l'esclusione di Di Marco è quella che fa più rumore e suscita grossi imbarazzi all'interno del partito. Lui non l'ha presa bene e la conferma è arrivata dalle sue dichiarazioni, fatte ieri poche ore prima della presentazione ufficiale delle liste. L'ex presidente della Provincia, contattato dal cronista del Centro, non ha voluto commentare la sua esclusione. In compenso, lo ha fatto sul suo profilo Facebook. «Mi rammarico che il segretario regionale del partito, Renzo Di Sabatino, già collega presidente della Provincia di Teramo, e il segretario provinciale (Enisio Tocco, ndr), che di riflesso esegue, restino in silenzio mentre lavorano alla mia esclusione», ha scritto, «il Pd, che comunque sostengo, merita di più e di meglio».Di Marco ha poi detto di essere «grato al presidente dell'assemblea provinciale Emanuele Pavone» per la lettera che ha scritto per esprimere solidarietà all'ex presidente. «Non capisco come, ma sembra che la paura vada oltre il rispetto e la determinazione di chi ha dato esempio di amministrazione», si legge nella lettera. Il segretario provinciale, invece, ha definito «inopportuna» la candidatura di Di Marco. «C'è stata una valutazione fatta dal regionale», ha detto Tocco, «ed è emersa l'inopportunità politica di inserire nella lista anche Di Marco. Anche il candidato alla presidenza Giovanni Legnini ha sostenuto che non fosse il caso di una scelta del genere. Io sono un garantista, ma quella vicenda di Rigopiano non può passare inosservata. Ci saranno altre occasioni in cui l'ex presidente potrà dare il suo contributo». Dello stesso avviso anche il segretario cittadino del Pd Moreno Di Pietrantonio: «Esprimiamo vicinanza a Di Marco che ha dovuto fare un passo indietro. Ci dispiace, non mancheranno altre occasioni in futuro».

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