Alla fine sarà forse un colpo di spugna del tribunale a cancellare l’Udc, che adesso rappresenta la palla al piede del centrodestra: pronto un ricorso per annullare la lista presentata dagli uomini di Enrico Di Giuseppantonio. Anche gli ex scudocrociati, che raccolgono Idea di Gaetano Quagliariello e la ex Dc di Gianfranco Rotondi avrebbero omesso di raccogliere le firme appellandosi alle esenzioni previste dalla legge nel caso in cui siano a capo di formazioni politiche presenti in Parlamento o in Consiglio regionale: solo che l’Udc non è presente né in Abruzzo né a Roma. Una bella gatta da pelare, anche se fino a questo momento le sue liste sono state ammesse in tutte e quattro le circoscrizioni. Ma una manina a quanto pare sta preparando il ricorso. Perché dove non riescono la politica, la ragione o le male parole, riesce la carta bollata.
Insomma, la coerenza non va proprio di moda nel centrodestra e se le ragioni invocate contro la candidatura della moglie di Andrea Gerosolimo, Marianna Scoccia e di Mario Olivieri sono poggiate su impalcature fragilissime, ora si prova a ribaltare il tavolo.
Nel frattempo nel centrodestra non si parla d’altro: la sveltina di sabato scorso e cioè il colpo di mano con cui sono stati inseriti all’ultimo istante i due nomi sui quali c’era il veto della Lega, viene bilanciata da una lunghissima serie di esempi di trasformismo politico che invece sono passati inosservati. C’è per esempio Donato Di Fonzo prima candidato sindaco nel 2011 con le civiche alleate col centrosinistra di Mario Pupillo (di cui è stato presidente del consiglio comunale a Lanciano ) e poi nel 2014 addirittura candidato nella lista civica in appoggio a Luciano D’Alfonso “Regione facile”, e ora si candida con Fratelli d’Italia. Un op-op più clamoroso di questo.
E c’è Antonietta La Porta, candidata con la Lega, che nel 2016 si è presentata invece nella lista “Forza Sulmona” a sostegno del candidato sindaco Bruno Di Masci. E Roberta Salvati, in lista con Zelli, siede in consiglio comunale a Sulmona nel gruppo Dem in maggioranza con Fabio Pingue che invece si candida con Legnini. Con Zelli anche Sandra Santavenere, ex assessore al Comune di Pescara col centrosinistra. E con la Lega Nicoletta Verì che è stata capolista al Senato con Monti, che introdusse la legge Fornero tanto criticata dai leghisti. Oppure Rocco Micucci ancora titolare di incarichi affidatigli da D’Alfonso, ora in corsa alla Regione con Fratelli d’Italia.
Ma, dicono nel centrodestra, non è esattamente la stessa cosa. Insomma non è piaciuto per niente l’affondo che ha fatto Marianna Scoccia domenica scorsa su Facebook. Intanto perché lei ha invocato la coerenza, ha rivendicato l’esigenza di avere un contenitore per fare politica e invece, viene sottolineato, se fosse coerente avrebbe scelto di continuare a militare nella destra quella vera.
Gerosolimo, Olivieri e la Scoccia con D’Alfonso
Invece ha scelto l’Udc che a sua volta era stata scelta dal marito Andrea Gerosolimo quando ha rotto il patto con Di Matteo. E poi da un sindaco, una figura istituzionale, che diamine, un comportamento così uno proprio non se l’aspetta, è gravissimo: e se disattende gli accordi che affidabilità può avere? e se non ha rispetto per gli altri, per gli alleati, come può averlo per i cittadini? La conclusione è che con l’inganno non si va da nessuna parte, è questa la tesi di gran parte del centrodestra, il tam tam che circola in questi giorni. Un centrodestra più che mai intenzionato a tenere alla larga l’Udc, anche se poi incamererà lo stesso i voti della lista. E l’Udc dal canto suo ha annunciato per sabato l’arrivo in Abruzzo di Lorenzo Cesa e Gianfranco Rotondi.
ps: Botti (di un capodanno ritardato) in arrivo.