ROMA Anticipo della liquidazione in banca con interessi a carico dello Stato fino a un importo intorno ai 50 mila euro, circa il 70% delle somma media dovuta ai dipendenti pubblici. Questa è la soluzione a cui sta lavorando il governo per risolvere il nodo del trattamento di fine rapporto dei dipendenti pubblici, oggi versato con un ritardo di anni che aumenterebbe in caso di uscita con Quota 100. Il dossier è comunque complesso e il meccanismo esatto sarà definito solo nelle prossime ore, prima dell'esame del decreto-legge su reddito e cittadinanza e pensioni previsto per giovedì.
In base al provvedimento, i lavoratori pubblici che accedano alla pensione con il doppio requisito di 62 anni di età e 38 di contributi per fruire della liquidazione dovrebbero attendere l'età della vecchiaia, quindi i 67 anni, o comunque il momento della pensione anticipata prevista dalla legge Fornero. Anni di attesa che si sommerebbero a quelli già previsti dalle leggi in vigore: lo slittamento arriva fino a 24 mesi e l'erogazione della somma avviene poi a rate annuali, fino ad un massimo di tre nel caso di importi superiori ai 100 mila euro. Di qui la necessità di prevedere un anticipo tramite un accordo con il sistema bancario, che riguarderebbe sia chi sceglie Quota 100 sia chi lascia il servizio con gli altri canali. Le trattative con l'Abi sono già in corso e gli istituti hanno espresso la loro disponibilità, ma vanno definiti i dettagli, tra cui naturalmente il tasso di interesse da applicare.
Il problema da risolvere non riguarda solo l'impegno finanziario a carico dello Stato (si ragiona su un flusso di 80-100 milioni l'anno) ma anche la forma che dovrà prendere il sostegno ai pensionandi. Se infatti il governo accettasse di accollarsi in via diretta tutto l'onere degli interessi, molto probabilmente Eurostat classificherebbe i prestiti non come finanziamenti ai pensionati ma come debito pubblico aggiuntivo, per un importo di vari miliardi. Va quindi messo a punto un metodo di erogazione che eviti questo rischio.
IL MECCANISMO
L'idea intanto è prevedere un tetto per l'importo da anticipare, tetto che potrebbe essere individuato a quota 50 mila euro o poco meno. Gli interessi dovuti su questa somma sarebbero di fatto a carico dello Stato ma l'intervento potrebbe passare per una detrazione fiscale o un credito d'imposta. Resta da precisare se saranno coperti tutti gli interessi o solo una quota, per quanto consistente. C'è un precedente che è quello dell'Ape volontario, l'anticipo pensionistico erogato sempre dal sistema bancario: il credito d'imposta riconosciuto riguarda il 50 per cento delle somme spese dagli interessati per interessi e polizza assicurativa.
Dopo l'approvazione del decreto legge potranno partire le domande di pensionamento con Quota 100, con tempi strettissimi nel caso dei dipendenti pubblici visto che per loro è previsto anche un preavviso di sei mesi da dare all'amministrazione di appartenenza.