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Data: 17/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sindacati sul piede di guerra sul futuro di Autostrade

ROMA «Un incontro urgente sulle concessioni autostradali». I sindacati in allarme chiedono chiarezza al governo sulle strategie future che riguardano la rete. «Nella discussione in atto c'č la totale assenza del fattore lavoro, nonostante le migliaia di lavoratrici e lavoratori che operano quotidianamente nelle societą concessionarie e nelle aziende dell'indotto» hanno protestato ieri Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Sla Cisal e Ugl viabilitą, in una nota indirizzata al ministero delle Infrastrutture e dei trasporti. Secondo le cinque organizzazioni, «č opportuno riprendere una discussione seria rispetto agli standard qualitativi e di sicurezza garantiti attualmente all'utenza da parte delle societą concessionarie, compresa la garanzia di un presidio fisico permanente h24 in tutti i caselli autostradali della rete, a fronte delle politiche tariffarie in atto. Da parte nostra, al di lą degli annunci osservano i sindacati ribadiamo la necessitą di effettuare una discussione seria circa le ricadute che eventuali determinazioni, in materia di assetto e condizioni di assegnazione delle concessioni, potrebbero avere sulla forza lavoro del settore. Ci riferiamo in particolare alle garanzie di carattere occupazionale necessarie a fronte di eventuali subentri nelle stesse concessioni, ma anche in riferimento alle maestranze delle aziende appaltatrici».
Infine, evidenziano le organizzazioni sindacali, «va detto chiaramente che eventuali ipotesi relative al superamento dell'attuale sistema di riscossione dei pedaggi con la rimozione dei caselli autostradali, oltre a determinare notevoli problemi di sicurezza e controllo del territorio, comporterebbe alcune migliaia di esuberi tra gli addetti del settore». Una situazione davvero insostenibile sotto il profilo occupazionale. Lo stato di agitazione dei sindacati arriva poche ore dopo la presa di posizione di Luigi Di Maio che, due giorni fa, ha nuovamente annunciato l'intenzione del governo di revocare la concessione ad Autostrade «e a alla famiglia Benetton che da quando č entrata in Autostrade ha aumentato le tariffe del 30% ma ha ridotto gli investimenti». Il vicepremier, come noto, non vede di buon occhio il gruppo e non perde occasione per attaccare. La scesa in campo dei sindacati č dunque una sorta di warning a non commettere passi falsi.

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