PESCARA«Giustizia è fatta! Ringrazio Carlo Masci per la grande pubblicità fatta in questi giorni! La verità trionfa sempre!» Tre punti esclamativi sono sufficienti all'ex assessore Donato Di Matteo per esprimere su facebook la gioia per il pericolo scampato. Ieri la Corte d'appello dell'Aquila ha accolto il ricorso della lista della provincia di Chieti "Abruzzo insieme", esclusa dal Tribunale di Chieti su ricorso di Masci (che rivendica la titolarità del simbolo di Abruzzo Futuro di cui Abruzzo Insieme è espressione e che compare all'interno del logo di Di Matteo), e l'ha riammessa nella competizione elettorale (un analogo sospiro di sollievo si è sentito anche dalle parti del comitato elettorale di Giovanni Legnini, alla cui candidatura a presidente della Regione la lista è collegata).L'Ufficio centrale regionale presieduto dal magistrato Rita Sannite, ha accolto dunque la tesi del ricorrente, redatta dall'avvocato Sergio Della Rocca, sulla base di tre punti:1) Abruzzo Insieme non ha necessità di depositare le firme dei sottoscrittori poiché è espressione del gruppo Abruzzo Futuro presente in Consiglio regionale, «come attestato da Mauro Di Dalmazio, presidente del gruppo»; 2) l'attestazione del consigliere uscente «prova la sussistenza del requisito previsto dalla legge regionale»; 3) la tesi del provvedimento del tribunale di Chieti che ha escluso la lista «non è condivisibile» perché «contrasta con la normativa regionale, che in questa materia ha potestà legislativa». Quanto alla questione della titolarità del simbolo, sollevata da Masci, il tribunale ritiene non essere di pertinenza dell'Ufficio centrale regionale. Dunque Di Dalmazio, come capogruppo di Abruzzo futuro in Regione, poteva concedere l'utilizzo del simbolo, al di là del problema della "titolarità" che Masci è tornato a rivendicare ieri. Ma, riconosce il magistrato, il fatto che Di Dalmazio, sia presidente del gruppo in Consiglio regionale «è fatto certo e non astratto», come scrive Della Rocca nel ricorso, e la Regione era l'unico soggetto titolare a certificarlo. A sostegno di Di Matteo, Della Rocca ha potuto anche produrre il parere del dirigente legislativo della Regione, il quale ha ritenuto che «l'attestazione per l'utilizzo del simbolo sia del capogruppo regionale di riferimento», e il pronunciamento del collegio regionale per le garanzie statutarie che dà al gruppo consiliare presieduto da Di Dalmazio facoltà e potere «giuridicamente rilevanti».