PESCARA Loro rappresentano il futuro, quelli che a chi si propone oggi come nuova classe dirigente, chiedendo il consenso per governare l'Abruzzo, rispondono mettendo sul tavolo i problemi che la politica di ieri, e qualche volta dell'altro ieri, ha dimenticato in agenda o lasciato impressi sui manifesti elettorali. Sono i giovani imprenditori di Confindustria Chieti-Pescara, combattivi e con le idee chiare, poco avvezzi ai convenevoli. Qualcuno, come il presidente Federico De Cesare, 28 anni, contitolare della storica impresa di costruzioni teatina, va subito al dunque ricordando che oggi il vero problema della regione è quello di tornare a essere la locomotiva del Mezzogiorno, come avveniva sino a qualche decennio fa, mettendosi al passo con il resto d'Europa. Lo ha fatto ieri quando, insieme con il consiglio direttivo dei giovani imprenditori, ha incontrato il candidato governatore del centrodestra, Marco Marsilio e l'esponente di Forza Italia, Mauro Febbo.
«Sburocratizzazione, investimenti nel settore edile e delle infrastrutture. Il nostro confronto parte da qui - ha esordito De Cesare - per il rilancio delle aree produttive come quella della Val di Sangro, della Val Pescara, del Trigno. Negli ultimi anni non è più così, ma vogliamo tornare ad essere un riferimento in termini di infrastrutture. Tutte cose che passano anche dal rilancio del nostro aeroporto e della nostra rete ferroviaria». Marsilio si affida a una prima considerazione politica a margine dell'incontro: «Dove ha governato il centrodestra, i cittadini hanno sempre confermato il consenso. Questo nelle regioni del Nord avviene ormai da tre decenni. Ma - è l'altra precisazione -, ci vuole anche l'attenzione dei governi nazionali. Oggi - continua il senatore di Fratelli d'Italia - l'Abruzzo è una nave incagliata. Servono obiettivi bene indirizzati, senza voli pindarici, uscendo dai vecchi annunci». Ed ecco le ricette offerte dal candidato della destra ai giovani di Confindustria: «Il mondo delle imprese è al primo posto per il rilancio dell'economia e dell'occupazione, ma non si aiuta solo abbassando il carico fiscale. In Abruzzo c'è una grande questione che riguarda le infrastrutture: autostrade troppo costose, porti insabbiati, rete ferroviaria non al passo con i servizi innovativi offerti dalle regioni del Nord Europa, che tagliano fuori l'Abruzzo in termini di competitività». E' un po' il solito programma di governo che torna, riproposto con qualche variazione sul tema negli ultimi decenni da chi si offriva come classe dirigente della regione per poi scontrarsi con le grandi questioni nazionali e sovranazionali. Come l'alta velocità sulla tratta ferroviaria Bologna-Bari, rimasta una chimera o, più semplicemente, la richiesta di qualche convoglio più veloce da far viaggiare sulle rotaie della Pescara-Roma, dove si continuano a vivere suggestioni da antico West.