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Data: 19/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Sì, abbiamo sbagliato black out sui soccorsi». Alle 16,49 lacrime e applausi con Mazzocchetti al palasport

RIGOPIANO La neve intorno, a richiamare il dramma di due anni fa, il pianto dei familiari delle vittime che, guardando il volto dei loro cari impresso in foto sul totem dell'Hotel Rigopiano, promettono giustizia, attendendo con ansia che la magistratura trovi i colpevoli. Una scena forse troppo forte per un rappresentante delle istituzioni, avvicinatosi al ministro dell'Interno Matteo Salvini ammettendo commosso: «Abbiamo sbagliato nei soccorsi, abbiamo avuto un black-out». Un'ammissione forte, testimoniata dal portavoce del Comitato vittime di Rigopiano Gianluca Tanda: «Non voglio fare nomi - sottolinea -, ma l'hanno ammesso per la prima volta e non a me, ma al ministro». È questo uno squarcio di luce che dirada la nebbia nelle coscienze, che si è aperto ieri in occasione del secondo anniversario della caduta della valanga da 120 mila tonnellate che ha ucciso i 29 ospiti del resort: «Oggi cerchiamo di commemorare solo i nostri cari - spiega Tanda -, ma questa giornata viene sporcata dalla ricerca della verità. Finora ne abbiamo conosciuto una parte, ce n'è ancora una grande parte da conoscere. Siamo fiduciosi nell'operato delle istituzioni che lavorano bene e onestamente tutti i giorni, mentre la parte malata va isolata».
Evidente il riferimento all'inchiesta bis sul presunto depistaggio: «Queste persone - esorta il portavoce del Comitato vittime - vanno rimosse dai loro incarichi».
I VICE PREMIER
Accanto ai parenti delle vittime, arrivati per primi sul luogo del disastro, i vice premier Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Il primo ha stretto le loro mani affermando «Noi ci siamo», così come Salvini che, dopo aver indossato la giacca da volontario di Protezione civile, si è intrattenuto con la comunità locale: «Mi hanno permesso di entrare nelle loro case - racconta -, nei loro negozi, nei loro ricordi e questo è prezioso. Quello che mi hanno detto lo tengo per me. Mi hanno anche dato dei ricordi che porto a casa».
Il ministro dell'Interno è anche intervenuto sulla vicenda di Alessio Feniello, sanzionato per 4.550 euro dopo aver portato i fiori al figlio Stefano violando i sigilli dei resti dell'hotel: «Gli ho detto di non pagare un euro - racconta Salvini -. Ci manca giusto di essere multati per andare a portare i fiori al figlio. Se c'è una legge sbagliata, cambieremo questa legge».
L'ASSENZA DEL VESCOVO
A pochi giorni dalle elezioni regionali, l'evento ha però assunto un'inevitabile connotazione politica con la candidata presidente del Movimento 5 stelle Sara Marcozzi accanto a Di Maio. Assente il candidato di centrosinistra Giovanni Legnini, che si recherà a Rigopiano dopo il 10 febbraio per evitare strumentalizzazioni. Presente, ma solo nella cerimonia pomeridiana di Penne, il candidato di centrodestra Marco Marsilio. Silenziosa e toccante la fiaccolata con cui i familiari delle vittime e i farindolesi si sono recati nella chiesa del paese per partecipare alla messa, ma ad attenderli non c'era l'arcivescovo Valentinetti, come previsto inizialmente: «Monsignore - precisa il parroco don Luca Di Domizio - visto l'orario della messa ha dovuto rinunciare per far fronte ad un impegno successivo». Fugando i dubbi su un'assenza politica, Valentinetti ha poi dettato una dichiarazione: «È giusto fare memoria, anzitutto per coloro che non ci sono più, 29 persone che hanno perso la vita e famiglie intere tra di loro, ma anche per ricordare che ci sono persone che attendono di capire, che attendono una giustizia umana difficile da trovare, ma sempre giustamente da ricercare».

Alle 16,49 lacrime e applausi con Mazzocchetti al palasport

PENNE Musica e tante, davvero troppe lacrime. È scivolato così il secondo anniversario della sciagura dell'hotel Rigopiano: 29 vittime (11 dipendenti e 18 ospiti, tre papà e il resto quasi tutti ragazzi con meno di 30 anni), 11 sopravvissuti fra cui 4 bambini. Almeno mille le persone che ieri pomeriggio, accorrendo al palasport di contrada Campetto, quartier generale dei soccorsi, hanno voluto ricordarli nel secondo tempo delle celebrazioni. Una Penne che ha versato il suo tributo di sangue alla tragedia, perdendo i giovanissimi Linda Salzetta e Gabriele D'Angelo che in quell'albergo lavoravano. Marco Marsilio, candidato alla presidenza della Regione per il centro destra, si è visto a più riprese. Una giornata dedicata al ricordo che però non si prestava ad altro in questa che è la campagna elettorale legata al voto del 10 febbraio. Lui, l'esponente politico, a Penne anche l'altro ieri ha evitato commenti e polemiche.
Autorità militari e della Protezione civile, sindaci ed amministratori pubblici, uomini e donne dei soccorsi fra Vigili del fuoco, Croce rossa, volontari e soprattutto parenti, amici e tante comunità che chiedono da sempre la verità. Due anni fa ai soccorritori, di ogni dove, nel tentativo più che disperato di salvare dalle macerie i prigionieri del resort; stavolta alla magistratura pescarese affinché faccia giustizia di una tragedia assurda e fra le più significative mai accadute. «La tragedia di Rigopiano per Penne resterà una ferita profonda. Una ferita difficilmente che sarà rimarginata. Da quel giorno per tutti noi rappresenta un evento che ha cambiato la storia del nostro territorio», ha osservato Mario Semproni, sindaco di Penne che aspetta da Roma il promesso rimborso degli oneri sostenuti allora come centro dei soccorsi: 536 mila euro.
Federico Perrotta, Pino Insegno e la giornalista Evelina Frisa hanno presentato le iniziative di ieri pomeriggio. I due uomini di spettacolo, assai conosciuti dal grande pubblico, fin da subito sono stati vicini al comitato delle vittime che ha messo a punto il programma. A far rabbrividire il foltissimo pubblico è stato soprattutto il noto tenore Piero Mazzocchetti che con la sua potente voce, e le note dell'orchestra femminile del Mediterraneo, ha sottolineato alle 16,49 in punto il drammatico momento in cui la valanga si è abbattuta sul resort. Un lungo applauso ha accompagnato l'esposizione delle foto delle 29 vittime. «È uno sconfinato giorno di tristezza per l'Abruzzo. Sono legato particolarmente a questi luoghi anche perché mio padre è di Loreto Aprutino (quattro le vittime loretesi a Rigopiano)». A Gianluca Tanda, coordinatore del comitato delle vittime, la chiosa finale: «Grazie, davvero grazie a tutti. Lo meritavano quelli che non ci sono più e penso che a loro sia arrivato qualcosa su».

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