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Pescara, 23/07/2024
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Data: 19/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Quelle telefonate ignorate e i gravi ritardi nei soccorsi

PESCARA La prima è delle ore 10, accompagnata da un'annotazione laconica: «Hotel Rigopiano, evacuazione». L'orario dell'ultima è 56 minuti dopo la mezzanotte del 18 gennaio 2017, una chiamata vocale persa registrata dal cellulare della fidanzata di Fabio Salzetta, il manutentore del resort scampato alla tragedia. In mezzo un fiume di telefonate ignorate dall'inchiesta su Rigopiano per quasi due anni. O perché intercettazioni raccolte in altre indagini e finite nei fascicoli sbagliati, o perché scomparse dai brogliacci, ipotesi che ha dato corpo alle accuse di depistaggio e frode processuale.
LE CHIAMATE SU WHATSAPP
Oppure, ed è il caso delle telefonate dal cellulare di Salzetta, perché mai riferite agli inquirenti. È soltanto l'ultima cortina di nebbia che si posa sul lavoro dei magistrati di Pescara. A tentare quelle chiamate whatsapp, ben tre da mezzanotte fin quasi all'una del 19 gennaio, non fu infatti il manutentore, che al momento della valanga si trovava fuori dall'albergo, dove aveva lasciato il suo marsupio con documenti e telefonino.
Qualcuno, otto ore e passa dopo la valanga, collocata con esattezza alle 16,49, sotto le macerie dell'Hotel Rigopiano era ancora in vita. Non è una novità assoluta, se si tiene conto dei nove superstiti estratti vivi dopo giorni e degli sms inviati da Paola Tomassini ai genitori fino alle 7,37 del 20 gennaio. Ma aggiunge elementi di certezza ai sospetti di frettolose conclusioni sull'irrilevanza del ritardo nell'avvio dei soccorsi sulla sorte delle vittime e sulle conseguenze fisiche e psichiche dei sopravvissuti. Sospetti agitati negli atti di opposizione alle prime archiviazioni disposte dai Pm.
Se esteso all'arco massimo di tempo tra le 10 della mattina e le 8 di sera del 18 gennaio 2017, quando finalmente la colonna dei soccorsi si mise in moto da Pescara, il ritardo causato dalle telefonate non credute, alcune con le vergognose risposte fornite dalla sala operativa della prefettura, acquista un diverso peso sulla sorte delle vittime. E offre una luce nuova agli inquirenti per valutare i meschini tentativi posti in atto dopo per camuffare le carte.

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