ROMA Matteo Salvini l'ha annunciato giovedì sera, qualche minuto dopo il varo del decretone con reddito di cittadinanza e quota 100: «Il Parlamento avrà il diritto e il dovere di intervenire per apportare miglioramenti». E tra ieri e venerdì, quando è scattata la protesta delle associazioni dei disabili, i tecnici della Lega hanno cominciato a studiare i ritocchi. L'obiettivo: introdurre, in occasione dell'approvazione del provvedimento in Senato, norme specifiche a favore delle famiglie numerose e di quelle con portatori di handicap che nel decretone non hanno ottenuto alcuna riserva ad hoc. Si parla di 25 euro al mese in più per ogni minore e di 150 euro per ogni disabile presente nelle famiglie che hanno i requisiti per ottenere il sussidio.
LE «CRITICITÀ»
Secondo la bozza del documento che Il Messaggero è in grado di anticipare, la Lega lamenta che «nel complesso l'impianto normativo penalizza, a parità di condizioni economiche, le famiglie più numerose (3 e più figli) e quelle che abbiano al proprio interno persone con disabilità, non essendo prevista in questi casi una maggiore intensità dei benefici». In particolare «non è prevista una specifica misura diretta ad innalzare le pensioni di inabilità (288 euro) al livello del reddito/pensione di cittadinanza (780 euro)».
Tant'è, che «solo circa un terzo della platea dei titolari di pensione di inabilità potrà accedere al beneficio del reddito/pensione di cittadinanza e soltanto qualora ricorrano i requisiti reddituali e patrimoniali previsti per la generalità dei cittadini. La specificità dei disabili è tenuta in considerazione, ai fini dell'accesso al beneficio, soltanto a monte, mediante il ricorso al parametro di accesso al beneficio dell'Isee, nel cui valore non sono computati alcuni sussidi monetari di carattere assistenziale (come ad esempio l'indennità di accompagnamento). Ma, viceversa, dal valore del beneficio è detratto il reddito familiare in cui rientrano altri trattamenti assistenziali e previdenziali in favore dei disabili».
«Nella scala di equivalenza, in base alla quale è graduato l'importo complessivo del Reddito/Pensione di cittadinanza», viene inoltre osservato nel documento che la Lega ha già fatto avere agli esperti dei 5Stelle, «non c'è nessun incremento aggiuntivo per i nuclei familiari con disabili. Inoltre, la scala di equivalenza determina una sperequazione nei confronti della famiglie più numerose, perché è previsto un tetto massimo di 1050 euro».
Illustrate le criticità, la Lega propone alcuni correttivi al decretone, «ad invarianza di risorse», «incrementando il parametro della scala di equivalenza con riferimento ai componenti del nucleo che si trovino in condizione di disabilità o non autosufficienza e, contestualmente, riducendo il parametro per gli altri componenti sino a concorrenza degli oneri derivanti dall'incremento del parametro per le persone con disabilità». Un ulteriore intervento correttivo potrebbe «rinvenirsi nella parificazione del parametro della scala di equivalenza tra i componenti maggiorenni (ora 0,4) e i figli minori (ora 0,2), individuandolo in un valore mediano».
LE POSSIBILI NOVITÀ
La traduzione: attualmente l'assegno base è pari a 500 euro mensili e prevede un incremento di 200 euro per ogni adulto e di 100 per ogni minore, per un massimo di 1.050 euro al mese per ogni nucleo familiare. Con le correzioni proposte dalla Lega, la base resterebbe identica, l'incremento però sarebbe di 175 euro per ogni adulto e di 125 per ogni minore. Inoltre, il tetto per famiglia verrebbe alzato a 1.100 euro mensili.
Ben più corposo l'aiuto per i nuclei con portatori di handicap. La proposta della Lega sana il vulnus dell'assenza di misure ad hoc, e assegna alle famiglie che hanno i requisiti per accedere al reddito 150 euro mensili per ogni disabile e 75 per ciascun disabile medio, alzando il tetto a 1.200 euro al mese. Per reperire le risorse necessarie (circa 200 milioni), il partito di Salvini propone - in attesa di individuare altre coperture - una stretta sui nuclei familiari che hanno una casa di proprietà per la quale hanno contratto un mutuo, cancellando i benefici che ora possono arrivare fino a 1.800 euro annui.
Da capire come la prenderà Luigi Di Maio, che ritiene il reddito cosa sua. Nel Carroccio sono però convinti che il capo 5Stelle «non avrà nulla da ridire sugli aiuti alle famiglie numerose e a quelle con disabili». Si vedrà: il provvedimento deve essere ancora incardinato in Senato e cominciare l'iter per il via libera. Una storia, insomma, ancora tutta da scrivere.