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Pescara, 23/07/2024
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Data: 20/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Rotondi: «Un piano per farci perdere» Di Maio e i sondaggi: «Non ho paura»

PESCARA E' una narrazione inedita, da thriller politico, quella che Gianfranco Rotondi, deputato eletto in Abruzzo e presidente nazionale della nuova Dc, fa del caso che sta tenendo banco nel centrodestra: l'esclusione del simbolo dei centristi (Dc-Idea-Udc) dalla coalizione che sostiene Marco Marsilio alle regionali. Gli alleati della Lega e lo stesso Marsilio avevano preso malissimo la presenza tra i candidati della moglie dell'ex assessore della giunta D'Alfonso, Andrea Gerosolimo e di Mario Olivieri, altro consigliere regionale proveniente dalla maggioranza di centrosinistra. Tra l'altro appresa solo al momento della presentazione delle liste, nonostante i niet della vigilia. Così, mentre Marsilio riapre a sorpresa agli alleati di centro, ma solo parzialmente: «Non posso rimanere indifferente verso chi ha creduto in questa campagna elettorale mettendo in campo la propria persona e la propria esperienza» (ribadendo tuttavia il no a personaggi legati con la precedente amministrazione), Rotondi tinge di giallo la vicenda. L'ex ministro del governo Berlusconi parla infatti di gioco scoperto tra Lega e M5s, lasciando intendere che quel che è accaduto in Abruzzo non è un caso, ma il frutto di un accordo ben preciso tra i due alleati di governo nel quadro delle elezioni regionali: «In Piemonte - è la tesi di Rotondi - la Lega ha detto di correre da sola. Quindi il gioco è scoperto: si prende i consiglieri con il centrodestra e gestisce il potere con i pentastellati». Qui, invece, il disegno sarebbe un altro: «Si vuol far perdere il centrodestra in Abruzzo, ma noi con la lista della Dc siamo determinanti per la vittoria di Marsilio, visto che i sondaggi ci danno al 6,6%. Vorrà dire che a sua insaputa lo eleggeremo presidente della Regione». Potrebbe bastare. Invece Rotondi svela di essere stato contattato alcuni mesi fa da giornalisti amici dei 5 stelle. «Mi dicono: guarda che ti candideranno presidente. Io rispondo: lo reputo davvero difficile, perché la mia sarebbe una candidatura debolissima. Vedrai - aggiungono loro - che cercheranno una candidatura debole e lungo la strada faranno di tutto per renderla ancora più debole. I patti sono che l'Abruzzo deve andare ai 5 stelle». Rotondi spiega di essersi quindi insospettito già una prima volta, quando apprese della candidatura di Marsilio, persona da noi rispettata, puntualizza: «Ma quando si sono inventati questo psicodramma dei candidati Udc - osserva - mi sono ricordato questa cosa. Aveva ragione il giornalista bene informato, si vuol far perdere l'Abruzzo al centrodestra». In realtà c'è da dire che un no secco alla possibilità di imbarcare nella coalizione di Marsilio personaggi provenienti dall'amministrazione D'Alfonso, come Gerosolimo, Di Matteo e Olivieri, anche se in rotta con l'ex governatore, era stata espressa da mesi dal coordinatore della Lega, Giuseppe Bellachioma e da altri esponenti del partito di Matteo Salvini, come il deputato Luigi D'Eramo. Sulla vicenda interviene Legnini: «Le rivelazioni di Rotondi hanno dell'incredibile, segno del caos che denota la coalizione di destra, dove da mesi di registrano accuse reciproche e attacchi tra alleati».
Intanto oggi Marsilio chiama a raccolta anche i centristi che vorrebbe al suo fianco in vista del voto del 10 febbraio, invitandoli a presentarsi questa mattina alla convention del centrodestra organizzata nel padiglione Becci del porto turistico di Pescara. Tutto mentre il vice premier Luigi Di Maio continua ad attraversare in lungo e in largo l'Abruzzo per lanciare la candidatura a governatore di Sara Marcozzi, a testimonianza dell'importanza che il test elettorale sul territorio riveste per il M5s. Interrogato sui sondaggi che vedono volare la Lega e in calo i pentastellati, il ministro del Lavoro ha risposto così ieri: «Io credo nei sondaggi delle persone, alle piazze, ai mercati. Credo - ha tagliato corto Di Maio - soprattutto ai dati che devono migliorare la qualità della vita degli italiani».

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