Hanno agito nella notte tra sabato e domenica e la scritta tracciata con vernice nera sul muro esterno della Camera del lavoro Cgil, in via Croce, accanto all'ingresso, non lascia dubbi sul significato del gesto: «Guobadia via». Nel mirino Patrick Guobadia, dirigente della Cgil, responsabile regionale del settore immigrazione, nigeriano di origine, in Italia da oltre trent'anni. Manca la svastica, o altri simboli riconducibili alla galassia della destra estrema, ma i precedenti recenti del 5 e 6 gennaio contro la sede della Cgil di Montesilvano, dove Guobadia è saltuariamente presente per impegni d'ufficio, e la sezione del Pd, sempre a Montesilvano, sono considerati significativi dagli investigatori della Digos, che hanno immediatamente aperto un'indagine sull'accaduto. Come prassi, la scritta sarà esaminata dalla polizia scientifica, mentre le telecamere presenti in via Benedetto Croce e zone limitrofe saranno esaminate con attenzione. Preso singolarmente, il caso di sabato per quanto di taglio esplicitamente xenofobo, non profila specifiche ipotesi di reato; diverso è il quadro investigativo che si determinerebbe in caso di collegamenti con i precedenti di Montesilvano.
IL CRESCENDO
Preoccupa, certamente, l'esplosione di intolleranza e razzismo che espone dirigenti sindacali e attivisti politici della sinistra ad atti intimidatori di chiara matrice fascista. Un'ondata cominciata alla vigilia della campagna elettorale. Immediata la reazione della comunità di immigrati, mentre la Cgil, con una nota firmata anche dalla segretaria nazionale, ha annunciato per oggi alle 17,30 un sit in di protesta davanti alla prefettura, con l'obiettivo di ottenere un intervento di palazzo di governo e magari portare il caso all'attenzione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica. «La Cgil - si legge - ha sempre combattuto la violenza, l'intolleranza, il razzismo e in fascismo». Guobadia ha raccolto subito la solidarietà dei partiti di sinistra: «Il clima razzista e xenofobo continua a montare - scrive Daniele Licheri, segretario di Si Abruzzo - e chi, come Patrick, da anni ci mette la faccia a favore di integrazione, diritti e multiculturalità diventa un facile bersaglio». «L'autore di questa scritta - scrive Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione comunista - è sicuramente un razzista e fascista. Ma prima di tutto è un cretino bisognoso di supporto psicologico, un miserabile». «Voglio attestare tutta la mia solidarietà e vicinanza istituzionale e umana a Patrick Guobadia - ha commentato il sindaco Marco Alessandrini -. L'odio genera odio e credo che quella scritta non possa essere considerata una bravata senza senso».
Sulla pagina facebook di Patrick Guobadia hanno espresso solidarietà anche Pina Fasciani, ex parlamentare del Pd e dirigente della Cgil, e tanti, tantissimi amici del sindacalista.