PESCARA C'erano circa 150 persone, ieri pomeriggio, al presidio organizzato dalla Cgil davanti alla prefettura dopo il ritrovamento di una scritta all'esterno del sindacato, in via Benedetto Croce, contro Patrick Guobadia, responsabile dell'Ufficio migranti della Cgil. Nonostante la pioggia, e nonostante il brevissimo preavviso (la manifestazione è stata annunciata domenica) c'è stata una buona risposta, fa notare il segretario della Cgil di Pescara Luca Ondifero, e non c'è stata solo l'adesione «del popolo della Cgil». In piazza si sono ritrovati, tra altro, diversi migranti, i rappresentanti della Cisl e quelli della Confesercenti, solo per dirne alcuni, e non è mancato all'appuntamento il sindaco Marco Alessandrini, che ieri aveva espresso solidarietà a Guobadia così come aveva fatto Rifondazione comunista. Nel corso del presidio il prefetto Gerardina Basilicata ha accettato di ricevere una delegazione. «E abbiamo colto l'occasione», spiega Ondifero, «di presentare una richiesta unitaria, di Cgil, Cisl e Uil, per aprire una interlocuzione con la prefettura, un confronto sui temi dell'immigrazione», visto che il sindacato di occupa costantemente di migranti e conosce «i disagi» che vive questa fascia di popolazione. A questa richiesta, che era stata già formulata a luglio ed era rimasta senza risposta, il prefetto si è mostrata disponibile, ieri.Con l'appuntamento in piazza la Cgil ha voluto «dimostrare che c'è una parte della società civile che crede nella tolleranza, nell'accoglienza, nei principi della Costituzione». È evidente, per il rappresentante del sindacato, che la scritta «Guobadia via» lasciata a fianco all'ingresso dalla Cgil sia «l'espressione di un clima di odio e intolleranza che si va alimentando nel Paese» anche grazie all'influenza «di una parte politica». E questo episodio genera «preoccupazione non tanto per l'attacco a Patrick ma anche per ciò che nasconde, a livello di principi». Ma la Cgil, assicura Ondifero, sa da che parte stare a continuerà «ad essere un presidio democratico». Dopo il ritrovamento della scritta è stata presentata una denuncia, come era stata presentata per i simboli e le scritte naziste e fasciste lasciati 15 giorni fa davanti alla sede di Montesilvano.
Guobadia: ora mi sento più forte. Il responsabile dell'Ufficio migranti parla di invidia e di odio verso il suo lavoro
PESCARA«Sono sorpreso, stupito. Di certo non preoccupato. E neppure spaventato. Non avrei mai pensato che potesse accadere una cosa del genere». Così Patrick Guobadia, responsabile dell'Ufficio migranti della Cgil, commenta l'episodio di cui si è ritrovato involontariamente protagonista due giorni fa. Qualcuno ha scritto a fianco alla porta della Cgil di Pescara «Guobadia via». Ma Guobadia non riesce a spiegarsi il motivo. «In realtà non mi ha fatto né caldo né freddo», commenta dopo il presidio in piazza Italia organizzato dal sindacato per «esprimergli solidarietà e sostegno e per affermare e difendere i valori contro ogni forma di razzismo». E' stata una «bella» manifestazione «nonostante il poco tempo per organizzarla e la pioggia»: è stato messo in piedi tutto in 24 ore e ieri pomeriggio è stato necessario scendere in piazza con gli ombrelli. «Credo che questo fatto sia legato all'invidia e all'odio nei miei confronti per il lavoro che faccio con gli immigrati» a cui la Cgil offre sostegno facendo «da ponte» con le istituzioni, ma non solo, per qualsiasi necessità incontrino in Italia. «Non ho avuto problemi con nessuno», assicura. «Lo hanno fatto perché rappresento gli immigrati, perché li difendo. E la mia risposta è questa», dice all'autore della scritta. «Se voleva mettermi paura mi ha reso più forte. E vado avanti, non faccio passi indietro. È chiaro, poi, che chi fa queste cose è una persona di bassa cultura». In questo momento Guobadia assapora il bel clima che si è creato attorno alla sua persona, dopo quasi 38 anni in Italia e 18 in Cgil (dov'è assunto dal 2000, prima lavorava come collaboratore). I messaggi arrivati nelle ultime ore sono tantissimi e ce n'è stato uno che lo ha «commosso perché diceva che ho colorato la Cgil di tanti colori».