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Data: 28/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Salvini: «Tra 15 giorni si cambia»

E' un bagno di folla ad accogliere il vice premier Matteo Salvini a Sulmona: in piazza XX settembre, sotto la statua di Ovidio, ci sono circa tremila persone. Bandiere e cori da stadio per il leader della Lega arrivato in città per la campagna elettorale a sostegno del candidato presidente alla Regione Marco Marsilio a cui è affidata l'apertura del comizio. «Tra quindici giorni li manderemo a casa e governeremo per decenni» dice Marsilio nel suo breve intervento, seguito alla presentazione dei candidati consiglieri della Lega nella provincia dell'Aquila. La piazza, però, è tutta per Il capitano: felpa dell'Italia e solito copione. Immigrazione, difesa dell'agricoltura locale, tasse, legittima difesa, sanità. Salvini non tocca nessuno degli argomenti caldi del territorio: glissa su Snam e metanodotto, non risponde sui tribunali. Il suo è un confronto a distanza con quanto sta accadendo nel Mediterraneo: «Se mi arrestano portatemi i confetti dice che so che qui li fanno buoni. Sulla Sea Whatc non ci sono donne e bambini, ma solo robusti ragazzotti con cellulare e cuffiette».
Poi una stoccata all'ex governatore D'Alfonso e al Pd: «Ci rivolgeremo a Chi l'ha visto dice Salvini . D'Alfonso è stato cinque anni qui, ha chiuso qualche ospedale e poi se n'è andato a Roma. Noi invece riapriremo gli ospedali, garantiremo le cure a tutti i cittadini». La folla si infiamma quando parla di legittima difesa, «che presto sarà legge aggiunge il vice premier perché abbiamo il diritto di difenderci in casa nostra». C'è anche il tempo per un siparietto con un nigeriano che da sotto la statua di Ovidio lo applaude e lo incita: «Noi non siamo razzisti continua il leader della Lega pensiamo però che debbano venire prima gli italiani e gli abruzzesi, a loro prima le case, le scuole, l'assistenza. Se tu sei regolare duetta con l'extracomunitario sei il benvenuto, ma devi rispettare la nostra tradizione».
Non tutta Sulmona, però, è con la piazza: a pochi metri dal palco, infatti, diciassette associazioni del territorio si riuniscono nei locali della Cgil per una contro manifestazione, poi scendono in piazza con cartelli e striscioni che riportano pezzi di canzoni di Ivano Fossati e Fabrizio De Andre': «Siamo normali cittadini dice una manifestante davanti al blocco della polizia e siamo qui per opporre a Salvini la poesia e la bellezza». Da un palazzo che affaccia sulla piazza si srotola intanto uno striscione di cinque metri che ritrae Ovidio e una sua frase: «Empio è colui che non accoglie lo straniero», recita. A ricordare che in questa terra d'Abruzzo, nella città medaglia d'oro al valor civile, nel giorno della memoria poi, c'è chi fa dell'accoglienza ancora un valore da portare come bandiera. Nessuna tensione, però: i manifestanti restano in silenzio con i loro striscioni a testimoniare il dissenso; mentre Salvini, pochi metri più in là, fa la sua passerella di selfie sul palco.

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