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Data: 31/01/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Reddito, lavori sociali a Roma dall'anagrafe al porta a porta

ROMA Non rimpiazzeranno i travet del Comune di Roma, non proprio famosi per il super-lavoro (il tasso di assenze, ogni giorno, supera il 15%...). Ma nemmeno passeranno il tempo «seduti su una sedia», dicono in Campidoglio. Gli «assistenti civici», come sono stati ribattezzati intorno al Marc'Aurelio, insomma i disoccupati che intascheranno ogni mese il reddito di cittadinanza, saranno impiegati in prima linea, per velocizzare una macchina amministrativa spesso paludosa e impacciata. Virginia Raggi sa che Roma - il più importante ente locale amministrato dai 5 Stelle - sarà il vero, grande laboratorio del reddito, che non deve apparire, come dicono i detrattori, «di poltronanza». Ecco perché la giunta della Capitale ha deciso di muoversi con largo anticipo, per farsi trovare pronta all'entrata in vigore della misura.
Il Ministero del Lavoro non ha ancora sfornato le circolari attuative, ma in Comune, informalmente, è già stata istituita una task-force per mettere nero su bianco i «progetti utili alla collettività» di cui dovranno occuparsi, per 8 ore alla settimana, i beneficiari del sussidio. Dove saranno spediti? Dagli sportelli super-intasati dell'Anagrafe - per ottenere la carta d'identità, dentro al Gra, ci vogliono tra i due e i tre mesi - alla raccolta differenziata che arranca e che nei prossimi due anni dovrà essere rafforzata, alle principali attrazioni turistiche, fino alle scartoffie sin qui accatastate negli archivi e che vanno digitalizzate.
PIANO CON IL M5S
La materia è delicata, sia per i suoi risvolti amministrativi che per quelli politici. Per questo la pratica è seguita sia dalla giunta di Raggi che dal Movimento 5 Stelle nazionale. Per il Campidoglio, lavora al dossier Antonio De Santis, fedelissimo della sindaca appena nominato assessore al Personale, alla Scuola e all'Anagrafe. Per il M5S, siede al tavolo Francesco Silvestri, deputato romano che negli ultimi mesi ha fatto spesso da raccordo tra le esigenze del Comune grillino e i big nazionali del Movimento.
Gli «assistenti civici», secondo le prime ipotesi elaborate da Palazzo Senatorio, dovrebbero essere impiegati in quattro settori. All'Anagrafe, per occuparsi dell'assistenza ai cittadini in fila agli sportelli; e negli archivi, sia del Campidoglio che dei 15 municipi. Qui sono ammassate pile su pile di pratiche che anche in base alle nuove regole della pubblica amministrazione, dovranno essere digitalizzate. I disoccupati col reddito, allora, avranno funzioni di «data entry». Altri ancora saranno mandati negli uffici del Turismo, distribuiti probabilmente tra gli info-point comunali e altri servizi di assistenza ai visitatori.
L'IMMONDIZIA
C'è chi si occuperà della famigerata monnezza, insomma della spazzatura, la cui raccolta, da mesi, è in sofferenza. Gli «assistenti civici» non potranno occuparsi direttamente di svuotare i bidoni dell'Ama o di spazzare le strade con la ramazza. Per svolgere questi compiti sarebbe necessaria una copertura assicurativa e l'operazione, quindi, non sarebbe più a costo zero per le casse del Campidoglio, sempre vacillanti. I disoccupati allora saranno utilizzati, dopo un corso di formazione, nelle attività di informazione e divulgazione della raccolta porta a porta, spediti nei quartieri dove, nei prossimi due anni, verrà esteso il modello di differenziata su cui ha puntato la giunta grillina.
La legge prevede che gli incarichi dei beneficiari del reddito siano scelti anche «in base agli interessi e alle propensioni» degli interessati, «emersi nel colloquio al centro per l'impiego». Gli ambiti saranno specificati meglio nelle circolari, l'articolo 4 parla solo di settori «culturali, sociali, artistici, ambientali, formativi e di tutela dei beni comuni».
Il piano del Campidoglio sarà pronto per giugno. Quanto all'esercito di «assistenti» extra, molto dipenderà da quanti otterranno il sussidio. Se a livello nazionale si parla di 4 milioni di singoli beneficiari, a Roma, virtualmente, dovrebbero essere intorno ai 150mila. Ma non tutti potranno essere arruolati dal Comune. Sono esclusi difatti studenti, pensionati, disabili, chi ha in carico un minore sotto ai tre anni e chi già svolge un lavoro e sfrutta il reddito solo come integrazione. Finora ai Caf della Capitale si sono già rivolti in 20mila.

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