PESCARA La proroga della concessione per la A24 e la A25 «sta per finire. Sono molto, molto fiducioso, che la commissione Europea finalmente dica "questo piano economico finanziario è sostenibile e questo no". È finita la pacchia». Parola di Danilo Toninelli, ministro delle infrastrutture e trasporti, a Pescara nell'ultimo scorcio di campagna elettorale prima del voto di domenica, a sostegno della candidata Cinquestelle Sara Marcozzi alla presidenza della Regione. Presenta la deputata Carmela Grippa.
TARIFFE BLOCCATE. Al Porto turistico il ministro parla del futuro delle autostrade abruzzesi, soffermandosi sui diversi aspetti della questione: tariffe, concessione, finanziamenti per la messa in sicurezza. Per quanto riguarda i timori manifestati dai sindaci, che temono un'esplosione delle tariffe a partire dalla fine di febbraio il ministro è stato categorico: «Abbiamo bloccato le tariffe fino al primo luglio, e mi creda, non era così semplice, visto che già si stavano fregando le mani per l'aumento del 19% a gennaio».
LA CONCESSIONE. «Noi non possiamo dare aumenti a chi non firma un contratto con lo Stato», dice, «questo piano economico è scaduto da anni. Se non si uniformeranno alle richieste legittime, prenderemo decisioni anche drastiche, a meno che il concessionario non scenda a più miti consigli».
LA SICUREZZA. Già in mattinata, a Coffe break, su La7, Toninelli era intervenuto sulla questione delle autostrade abruzzesi, sostenendo che per la A24 e la A24 «ci saranno tutti i soldi necessari per farle tornare sicure. Se Toto (il concessionario, ndr) vuole dire delle balle, vada tranquillamente avanti a dire il resto. Stiamo andando in Europa a negoziare il nuovo contratto scaduto da anni», ha aggiunto, esprimendo il concetto, ribadito anche ieri pomeriggio, che i precedenti governi andavano avanti a colpi di proroghe. «Con il sottoscritto non si può più. Vediamo se la commissione europea ci dice che l'11% va bene, o come dice la stessa commissione europea è il 7%. A dicembre abbiamo mandato tutta la documentazione, e mercoledì o giovedì invierò a Bruxelles i miei tecnici».
IL CONCESSIONARIO. Non si è fatta attendere la replica di Strada dei Parchi. «Il Gruppo», si legge in una nota, «non dice balle. Il ministro ricorda di aver fatto inserire nel Decreto Genova i 190 milioni necessari per i lavori di messa in sicurezza urgente dell'A-24 e dell'A-25. Verissimo. Ma il decreto è stato pubblicato il 28 settembre, a novembre la conversione, dunque sono passati mesi ed oggi non solo quelle risorse non sono ancora disponibili, ma persino i relativi Decreti autorizzativi non sono stati emessi dal Ministero. Ciò nonostante i lavori sono stati avviati con risorse proprie della Società Strada dei Parchi SpA». Per quanto riguarda il Piano economico -finanziario scaduto da cinque anni, sottolinea il concessionario, «abbiamo dichiarato di essere pronti a lavorare sull'ipotesi di progetto voluta dal ministero. Ora, dalle scarse notizie che il Ministero guidato dal ministro Toninelli ha trasmesso a Strada dei Parchi, risulterebbe che tale ipotesi di nuovo Piano economico finanziario sarebbe stata inoltrata alla Commissione Europea con la formula della pre-notifica. Il Ministro poi fa riferimento di aver trasmesso anche "differenti posizioni del concessionario". Noi non sappiamo a quale nostra "differente posizione" il ministro si riferisca. Certamente Strada dei Parchi non ha mai chiesto l'11% di rendimento sul nuovo Pef. Probabilmente il Ministro Toninelli ci confonde con altri concessionari. Sperando che non si tratti solo di un espediente utile a perdere tempo e rinviare l'approvazione del nuovo Pef a dopo le imminenti elezioni Europee»
LA FERROVIA. Non solo autostrade, nel piano Cinquestelle per rendere l'Abruzzo una regione sempre più europea. Secondo il ministro Toninelli, infatti, anche la linea ferroviaria Roma-Pescara è «una priorità nazionale» e rientrerà nelle opere a cui sono destinate risorse «non solo per velocizzarla, ma per renderla una linea ad alta velocità. Quello sì che è un Tav», ha osservato, «e non un buco nella montagna per andare a Lione, perché nessuno ci vuole andare, né come persone, né come merci. In Abruzzo sulla velocizzazione già c'è un progetto, oggi in più c'è la volontà politica di fare l'alta velocità».
IL TERZO TRAFORO. La tappa pescarese è servita anche per chiarire che la questione del terzo traforo del Gran Sasso è sepolta da tempo. «Non so da dove sia uscita questa notizia. L'indirizzo politico è che non serve e non si farà. Serve intervenire, ma in maniera meno impattante dal punto di vista ambientale e meno costosa».
POLEMICA A DISTANZA. Polemico, il ministro Toninelli, anche nei confronti di Giorgia Meloni, che sulla ripartizione dei fondi per le infrastrutture «ha detto ca...te». Pronta, anche in questo caso, la replica: «Lo invitiamo», dice la leader di FdI, «a rileggere anche le nostre proposte e rivendicazioni».
IL PROGRAMMA DI MARCOZZI. A illustrare il programma a Cinquestelle per l'Abruzzo, in quanto a trasporti e infrastrutture, è stata proprio Sara Marcozzi: «Punteremo sulle infrastrutture che servono», l'incipit, «perché non possiamo permetterci di buttare via soldi inutilmente. Investiremo sui nuovi collegamenti, dentro e fuori dalla regione, e ci avvicineremo al resto d'Italia». In questa ottica, «integrare tutte le forme di mobilità: rafforzare la struttura ferroviaria, ripensare le modalità di trasporto pubblico urbano ed extraurbano e lo sviluppo delle infrastrutture e della mobilità "dolce"», oltre al potenziamento dei collegamenti regionali, nazionali e internazionali. Tra le priorità, anche una rivisitazione della scelta «dell'Autorità di sistema portuale. Se da un lato non si è riusciti far emergere l'Abruzzo nell'assegnazione della dirigenza dell'Autorità di sistema portuale di Ancona, alla quale oggi appartiene, perdendo un ruolo da protagonista nella gestione dei traffici nel Mare Adriatico Centrale, dall'altro la Regione non è riuscita nemmeno a mettere in campo politiche di integrazione strutturale per gli scambi commerciali con altre realtà, come l'Autorità di sistema di Civitavecchia, lasciandosi scippare anche le rotte nel Mar Tirreno».