AVEZZANO La biglietteria di Tua funziona a singhiozzo e scoppia la protesta dei pendolari. Come se la chiusura anticipata annunciata per oggi e domani, alle 18,15, non fosse bastata, ieri mattina, a sorpresa, dalle 11 alle 14 i viaggiatori non hanno potuto fare il biglietto. «La situazione», spiega Andrea Tucceri, dipendente Tua e delegato distrettuale Filt-Cgil, «è diventata insostenibile. È dall'estate dello scorso anno che si pone il problema della biglietteria. A gestirla prima era una società esterna. È fallita ed è subentrata la Tua. Ma 6 dipendenti dell'ex società non sono stati riassunti. Il problema dunque è la carenza di organico. Attualmente alla biglietteria ci sono 5 persone. Se qualcuno si ammala, il servizio ne risente. E si possono verificare situazioni come quelle cui stiamo assistendo in questi giorni».La biglietteria dovrebbe rimanere aperta dalle 5,30 alle 20,30. «Anticipare la chiusura alle 18,15», interviene Guido Pignanacci, anche lui dipendente Tua, «crea grossi problemi per i viaggiatori. Alle 19,15, infatti partono numerose corse. Chi magari non sapeva, arrivando da fuori, della chiusura della biglietteria alle 18,15, come fa a fare il biglietto?».«Purtroppo», gli fa eco Tucceri, «spesso i biglietti non si trovano neppure nei punti vendita. È stata fatta una convenzione con i tabaccai. Ma c'è bisogno di personale che li riforniscano. Non potendo i pendolari acquistare il biglietto nei loro paesi, dopo avere girato per tutta Avezzano in cerca di un parcheggio, quando arrivano alla biglietteria trovano file interminabili. Qualcuno corre anche il rischio di perdere la corsa». Dunque se la Tua non vuole portare all'esasperazione le migliaia di pendolari marsicani, deve assumere altro personale. «Nei prossimi giorni come Cgil, Cisl e Uil», annuncia Tucceri, «chiederemo un incontro urgente ai dirigenti Tua trovare una soluzione. L'organico della biglietteria va potenziato e i punti vendita riforniti regolarmente. Si potrebbe riassumere qualcuno dei 6 dipendenti mandati a casa. Sono di Pescara, è vero, ma se non lavorano e attendono il reddito di cittadinanza, potrebbero, qualora rifiutassero il primo lavoro, finire a 100 Km di distanza: la stessa, guarda caso, che c'è tra Pescara e Avezzano».