L'AQUILA Il Nessun dorma di Puccini risuona a tutto volume nella sala gremita almeno 500 persone del ristorante Villa Giulia. All'alba vincerò accoglie l'ennesima sortita di Matteo Salvini in Abruzzo. E lui, il vice premier, è già proiettato all'alba dell'11 febbraio: «So già come si chiamerà il governatore e so già quale partito del centrodestra prenderà una marea di voti. So già che potrà piovere o nevicare, ma tantissima gente andrà alle urne». Arriva, Salvini, da un incontro con i vigili del fuoco, «terremotati due volte, da aquilani e da soccorritori»: «Per loro dieci anni di niente, di chiacchiere, di burocrazia. Ormai il progetto della caserma è vecchio. I lavori sono partiti questa settimana, pensate. E allora un'area del Comune verrà messa a disposizione. La caserma Rossi accoglierà velocemente il nuovo comando. Ci siamo impegnati a trovare più fondi e a ripartire da capo. Con che faccia vanno a parlare agli aquilani e agli abruzzesi quelli che hanno dormito dieci anni... Capisco D'Alfonso che per vergogna è scappato. Ha fatto bene. Noi facciamo il contrario. Ripartiamo da qui, senza promesse, con concretezza».
TERRA
Il vice premier scherza sulle sue visite in Abruzzo: «L'ho girato tutto, mancheranno un paio di paesi. Oggi dovevo essere a Roma, poi ho chiamato gli organizzatori e ho detto loro: Ho voglia di tornare all'Aquila. Questa terra ormai mi è entrata dentro. Chiuderemo la campagna elettorale in un palazzetto da 4mila posti, a Pescara. Come, mi hanno detto, la Lega va di giovedì pomeriggio in un palazzetto da 4 mila posti? Sì, e non ce ne saranno 4mila, ma 5mila. Il Pd al massimo può chiudere in una bocciofila. Da lunedì prossimo gireremo l'Abruzzo ancora di più, questa è la differenza».
SEGNALE
Salvini è convinto che «l'Abruzzo domenica darà un segnale di speranza, cambiamento, energia, novità, a tutta Europa. Mi aspetto tanti abruzzesi che sceglieranno il futuro, la sicurezza, il lavoro, più strade, più scuole, più ospedali. E' stata una campagna bella, una marea di gente al freddo, sotto la neve, piazze piene. Tanta voglia di concretezza». Come quella, ricorda, del caso Rigopiano: due anni di niente, in quindici giorni abbiamo trovato dieci milioni e fatto una legge. Dove erano gli altri?». O come l'arrivo, in Abruzzo, «di più Polizia, più carabinieri, più vigili del fuoco, già da quest'anno». Ce n'è anche per i temi nazionali. Per la Tav («Spero che ci sia presto un treno veloce che colleghi l'Italia alla Francia, ma stiamo commentando analisi che hanno a Parigi, io non le ho»), per i «fenomeni dell'economia che hanno sempre previsto il contrario di ciò che è accaduto, portano bene», per Quota 100 («Mi interessa il giudizio degli italiani, non quello che pensano a Bruxelles o Parigi»), per il Venezuela («Ho sentito gente che ha parenti uccisi, scomparsi, torturati: Maduro è abusivo»). Via, dopo gli immancabili selfie, concessi uno a uno, senza interruzione di sorta. Oggi, per il centrodestra, sarà ancora sfilata di big. Berlusconi tornerà a Pescara alle 17 per una conferenza stampa con gli altri leader nazionali nella sala consiliare del Municipio di Pescara prima di andare, domani, a Teramo e in serata ad Avezzano. Giorgia Meloni sarà con Marsilio oggi alle 18 all'ex Frida, a Monticchio.