PESCARA Attenzione alle sfilate dei big, perché si rischia l'effetto Molise. «Mi sono interrogato in questi giorni», dice Leo Marongiu, presidente del consiglio comunale di Lanciano, «su questa enorme sfilata di ministri. Davvero l'Abruzzo ora è il centro della politica italiana oppure», chiede Marongiu, «lo è solo fino a quando l'elettore mette al sicuro il proprio voto, e poi arrivederci, o meglio addio, e grazie ? Ho rivisto il caso del Molise, una Regione tra l' altro molto vicina a noi. Lo scorso anno, dopo le politiche, si votò per le regionali, con la stessa sfilata di ministri: Salvini e Di Maio hanno battuto ogni angolo, da Termoli a Campobasso, passando per Larino e piccoli centri, ogni giorno. Berlusconi e Meloni idem. Sapete cosa è accaduto dopo le elezioni? È accaduto che Di Maio non ha trovato nemmeno 5 minuti per andare da Roma a Campobasso in 10 mesi: due volte invitato all'inaugurazione dell'anno accademico, il 19 settembre e il 19 ottobre, e per due volte l'appuntamento è stato rinviato. Sapete com'è è finita? L'anno accademico si inaugurerà a fine mese con Cassese perché Di Maio ha inviato lettera al rettore dicendo di non poter partecipare. Mai da settembre ad oggi. E Salvini? Peggio. Il presidente del centrodestra Toma ha dovuto inviare una lettera pubblica per lamentarsi dell'abbandono del Molise. La sanità è stata bloccata per mesi», aggiunge, «dalla diatriba per la nomina del commissario. Il Molise voleva fosse il proprio presidente, ma poi a Roma Lega e M5s hanno deciso di no. Ha deciso Roma». E anche il futuro governatore d'Abruzzo, secondo Marongiu, rischia di finire come Toma, «il povero presidente eletto, sedotto e abbandonato. Men che meno», secondo Marongiu, «peserà Marsilio che non è nemmeno abruzzese ed è stato anche imposto all'Abruzzo».«Vengono qui, in questi giorni, e litigano sul Tav questi signori. Guardate che Cappelle non è sul Tav ma sul Tavo», ironizza. «Loro», conclude, «forse si confondono perché di Abruzzo non sanno nulla».