L'AQUILA Sul carroccio dei vincitori, Emanuele Imprudente con 8.794 preferenze; il piu' votato nella città dell'Aquila. Sire indiscusso il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi che con queste elezioni realizza il suo secondo miracolo, dopo le Comunali, portando FdI al 14,579% e all'Emiciclo il suo vicesindaco Guido Quintino Liris (ex Forza Italia) con 6.168 preferenze. Liris che ha stravinto la sfida contro Luca Ricciuti fermatosi a 1.699 preferenze, sostenuto a spada tratta dal capogruppo comunale Giorgio De Matteis. Una spaccatura che potrebbe portare ad una resa dei conti.
L'elezione di Roberto Santangelo è forse una delle sorprese di questa tornata elettorale, da consigliere comunale civico, ha fatto un balzo diretto all'Emiciclo con il simbolo di Azione Politica. La terzina degli aquilani in Regione si completa con Americo Di Benedetto (nella lista del presidente Legnini) che pur avendo avuto meno voti rispetto al suo ex sfidante alle Comunali, Pierpaolo Pietrucci (Pd) è riuscito ad avere la meglio in seguito al conteggio dei resti. Il Pd nella città dell'Aquila totalizza il 13,264%, mentre la lista di Legnini presidente il 12, 40%. FdI il 14,579%, Azione politica 4,381 Lega il 24,061% Forza Italia 9,121%. Modesto il risultato del Cinque stelle in città con l'8,429%,
Di Benedetto definisce la sua vittoria come la rivincita della città dopo la sconfitta di un anno e mezzo fa. «Ora si capisce qual è stato il mio valore aggiunto- commenta-. Mi spiace che la proposta di Legnini non sia stata compresa appieno sebbene all'Aquila città la coalizione dell'ex presidente del Csm abbia preso il 38,51% (contro il 51,18 di Marsilio). Per Di Benedetto e non solo è necessario ripartire dal Modello Legnini, per costruire un progetto politico alternativo al centrodestra. Non una parola fuori posto nei confronti del suo sfidante di sempre, Pietrucci. «Mi sono candidato soltanto perché me lo ha chiesto Legnini. In caso contrario o con un altro candidato non sarei sceso in campo». Nonostante il buon risultato, dunque, l'uscente Pietrucci non riesce a fare il bis, ergo, il Pd aquilano resta fuori dal Consiglio regionale. «Mi dispiace da morire- commenta a caldo Pietrucci- ma non avrò più il privilegio di rappresentarvi in regione. Alchimie della peggiore politica e una legge elettorale bizzarra mi terranno fuori dal consiglio regionale. Ma non mi allontaneranno mai dalla politica, quella bella, fatta per strada tra la gente, la mia». Fra le concause della debacle dem, anche la incapacità di catalizzare i consensi verso un unico candidato. Molti rappresentanti del Pd erano in ordine sparso in altre liste. Un esempio per tutti il ticket Francesco Di Paolo, Antonella Santilli che ha indubbiamente eroso consensi a Pietrucci. Il primo all'Aquila (lista Abruzzo in Comune) ha totalizzato solo in città 361 voti contro i 388 della sua partner elettorale, la Santilli. Complessivamente, tuttavia, anche in questa tornata elettorale il ticket si è rivelato un flop per le candidate in rosa che hanno ottenuto molti meno consensi rispetto ai loro partner. Patrizia Masciovecchio prende circa la metà dei voti rispetto a Pierpaolo Pietrucci. (3.026 contro 1.488) Anche la Iorio prende 1.934 voti contro i 2.293 di Di Benedetto (sempre nel solo capoluogo). Egualmente, la Del Beato incassa la metà dei voti di Imprudente. Donne ancora una volta portatrici di acqua. Annalisa di Stefano prende in città 665 voti. Roberto Tinari sempre nel partito Azzurro, totalizza 1.422 voti non sufficienti per avere una rappresentanza azzurra aquilana in Consiglio.
Soddisfatto il sindaco Biondi che nella giornata di ieri ha rivolto «al nuovo presidente Marsilio i più sentiti e sinceri auguri per l'impegnativo, ma esaltante, compito. Il responso giunto dalle urne è netto: gli abruzzesi si sono rivolti alla coalizione di centrodestra. Le mie congratulazioni giungano a tutti i consiglieri regionali, di maggioranza e opposizione, che saranno chiamati a occupare gli scranni dell'Emiciclo dove, finalmente, vi sarà un'adeguata rappresentanza di aquilani come mai accaduto fino ad oggi»