L'AQUILA Chi ha vinto e chi ha perso, tra i candidati aquilani, in queste elezioni regionali, anche al di là di quello che dicono i numeri e le nude cifre? Tra coloro che possono esultare c'è sicuramente Guido Quintino Liris. Non solo per le oltre 6mila preferenze ottenute, ma anche per la prova di forza condotta nei confronti del suo ex partito, Forza Italia, dal quale era uscito sbattendo la porta. Gli azzurri, in provincia dell'Aquila, con il loro 8,26%, non riescono a far eleggere nemmeno un consigliere e vengono superati, anche per effetto di tali scontri, da Fratelli d'Italia che incassa un 11,71%. Il sorpasso è l'unico caso in regione. «Non voglio fare polemica», dichiara Liris. «In queste settimane non ho mai alzato i toni proprio perché non volevo creare tensione e perché l'unico obiettivo era la vittoria del centrodestra e di Marsilio. Il risultato di Forza Italia? Mi dispiace per alcune persone che hanno lavorato in buona fede ma ci sono stati anche comportamenti di grosso disinteresse e di atteggiamento mortificante. Oggi comunque è il momento di esultare per questi 6mila voti, un traguardo straordinario, al quale non si arriva da soli ma con una squadra, una comunità e una rete di rapporti costruiti in tutta la provincia». Un altro vincitore è Emanuele Imprudente che, con 8.794 preferenze, è il candidato più votato in provincia e il terzo a livello regionale. «Un risultato eccezionale», osserva Imprudente, «fortemente voluto e cercato: durante la campagna elettorale avevamo percepito il desiderio di cambiamento delle persone, la loro volontà di credere nella proposta di Salvini e della Lega. La città mi ha mostrato un affetto incredibile: le 5.200 preferenze che ho raccolto solo all'Aquila stanno a indicare che il lavoro fatto in questo anno e mezzo è stato riconosciuto. Così come è stato premiato il lavoro svolto come coordinatore provinciale della Lega. La mia è stata una candidatura condivisa, di sintesi, che ha unito le varie zone della provincia. 8.794 voti sono un risultato storico, credo che mai nessun candidato aquilano lo abbia raggiunto prima d'ora». Imprudente dovrà lasciare il suo posto di assessore comunale ma è molto probabile che per lui si apriranno le porte della giunta regionale. Dove, tra l'altro, potrebbe sedere anche un altro aquilano, Gianfranco Giuliante, responsabile regionale dei dipartimenti della Lega. Secondo indiscrezioni, Giuliante, che è stato già assessore regionale con Gianni Chiodi e che curerà la scelta dei candidati alle Comunali di Pescara, potrebbe essere chiamato da Marsilio come esterno.Tra gli sconfitti, invece, chi mastica amaro è Pierpaolo Pietrucci, che non riesce a centrare la rielezione malgrado le oltre 4mila preferenze, che ne fanno comunque il più votato del Pd a livello provinciale. Pietrucci non nasconde di essersi sentito non del tutto supportato dal partito: «Alchimie della peggiore politica e una legge elettorale bizzarra mi terranno fuori», commenta. «Sarò lontano dal consiglio regionale ma non dalla politica, quella bella, fatta per strada tra la gente. Ho il cuore affranto per la possibilità che mi è stata negata di dare a miei, ai nostri figli la possibilità di costruire qui un progetto di vita. Non potrò farlo con gli strumenti istituzionali, ma lo farò con l'impegno civile e politico che mi brucia dentro, con la consapevolezza che non tutto quello che è rinviabile è perduto». Chi invece, pur essendo stata la coalizione sconfitta, può sorridere, è Americo Di Benedetto, che in consiglio andrà, forte delle oltre 4mila preferenze incassate nella lista Legnini Presidente, della quale sarà peraltro l'unico esponente all'Emiciclo. Un'elezione, la sua, che arriva due anni dopo la rocambolesca sconfitta alle Comunali e che ha il sapore della rivincita personale. Malgrado l'esponente del Passo Possibile rifiuti questa lettura: «Se avessi dovuto candidarmi per questo motivo sarei rimasto a casa. Chi mi ha votato lo ha fatto non per contrarietà ma per vicinanza e affetto e perché ha riconosciuto la serietà della mia proposta politica». Anche se poi aggiunge: «È evidente che questa competizione pone fine alla leggenda metropolitana che ha voluto far passare la mia candidatura di due anni fa come una candidatura debole e che ha voluto far credere che, se ho perso le elezioni, è stato perché non ho trainato più di tanto. Malgrado al primo turno avessi ottenuto una vittoria importante, si è continuato a parlare sempre e solo del ballottaggio. Ora però bisogna guardare avanti. Ognuno dovrà cercare, per il ruolo che ha, di lavorare per migliorare le condizioni di vita dell'Abruzzo». «Bisogna ringraziare Legnini per avere, con generosità e qualità, messo in campo una coalizione ampia e un progetto che ha parlato dei problemi dell'Abruzzo», commenta Fabio Ranieri, candidato (non eletto) nella lista Progressisti con Legnini. «Non mi accodo, tuttavia, alle analisi consolatorie. Continuo a pensare che per battere questa destra serva un progetto alternativo e un'alleanza più larga. E penso che una svolta sia necessaria proprio a partire dall'Aquila».Si dice felice per la vittoria del centrodestra e di Marsilio Anna Lisa Di Stefano, assessore defenestrata da Biondi. «E lo sono anche del mio risultato», afferma la forzista, «considerato che questa è stata la mia prima candidatura e che sono un tecnico prestato alla politica».
Tsunami politico, Marsica strapazzata. Si passa da cinque a due consiglieri: successi solo per Angelosante (Lega) e Fedele (M5S)
AVEZZANOLa pattuglia marsicana ridotta al lumicino in Regione, dove gli uscenti, fatta eccezione per Gianluca Ranieri che non si è ripresentato, sono stati travolti da uno tsumani politico. Fuori dall'Emiciclo il presidente del consiglio Giuseppe Di Pangrazio, l'assessore Lorenzo Berardinetti e i consiglieri Maurizio Di Nicola ed Emilio Iampieri. Una débacle pesante per la Marsica che passa da 5 a 2 consiglieri. Errori nella stesura delle liste - per esempio i tre leghisti che si sono pestati i piedi - o nelle accoppiate uomo-donna. E la mancanza di lucide analisi, visto che molti candidati arrivavano dalla stessa matrice politica pur correndo in schieramenti diversi. Ne esce a pezzi soprattutto la città di Avezzano. E ancora di più l'attuale amministrazione comunale che dopo l'approdo del sindaco Gabriele De Angelis a Forza Italia ha sostenuto a spada tratta (con mezza giunta e anche con alcuni componenti dell'opposizione) il candidato Emilio Iampieri, benedetto anche da Silvio Berlusconi. Unica realtà, quella aquilana, a non aver raggiunto il quorum per piazzare un eletto FI in Regione. Per alcuni le colpe sono anche dell'onorevole Antonio Martino: la spaccatura con Guido Liris avrebbe avvantaggio il partito della Meloni a discapito degli azzurri marsicani. De Angelis vede però il bicchiere mezzo pieno: «Sono molto contento per l'elezione di Marco Marsilio, con la sua guida, ne sono certo, sarà una Regione amica e attenta alle aree interne. Considero più che soddisfacente il risultato di Forza Italia ad Avezzano, con una percentuale a doppia cifra, tra le più alte d'Abruzzo. Esprimo rammarico per la mancata elezione di un rappresentante azzurro della provincia». Esce Iampieri dalla porta di Palazzo Silone, entrano per la prima volta il sindaco di Ovindoli, Simone Angelosante (in maggioranza con la Lega) e il grillino della prima ora Giorgio Fedele, unico avezzanese (andrà all'opposizione). «Ringrazio i cittadini che mi hanno dato fiducia», commenta Fedele, «e premiato il lavoro del M5S su questi territori. Oggi come ieri abbiamo la responsabilità di rappresentare all'interno della Regione le necessità delle aree interne». Magra consolazione quella di Di Pangrazio, il più votato ad Avezzano (1.206 preferenze), seguito da Fedele (1.197) Iampieri (1.136), Verrecchia (1.051) e Casciere (1.009). E gli altri? Nulla da fare per Antonio Morgante, ex assessore a Magliano e Leonardo Casciere, attuale assessore ad Avezzano; Rosa De Luca, assessore a Carsoli, Valentina Angelucci, assessore a Luco; Lucia Ottavi, moglie del sindaco di San Benedetto dei Marsi, Quirino D'Orazio, Antonio del Corvo, ex presidente della Provincia e consigliere di Celano. Al palo i candidati di Fratelli d'Italia, Mario Quaglieri, ex sindaco di Trasacco, al quale non sono bastate 4.250 preferenze, l'ex parlamentare e braccio destro di Filippo Piccone, Massimo Verrecchia, e Angela Taccone, presidente del consiglio di Celano. E, ancora, la squadra di sindaci o ex amministratori: Antonio Paraninfi (Oricola), Pasqualino Di Cristofano (Magliano), Barbara Marianetti (Celano), Leonardo Lippa (Villavallelonga), Lorenzo Lorenzin (Cappadocia), fratello dell'ex ministro Beatrice.