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Pescara, 23/11/2024
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Data: 12/02/2019
Testata giornalistica: Mapero'
E Salvini va all’incasso

Matteo Salvini il conto lo presenta subito: il prossimo candidato sindaco di Pescara sarà della Lega. Lo dice in conferenza stampa ieri pomeriggio all’Aquila. Ma non si ferma qui: rilancia Salvini, e il candidato sindaco lo rivendica pure per Montesilvano anche se non lo dice chiaramente. Punta insomma a fare l’en plein, anche perché a Montesilvano la Lega ha incassato il 33 per cento, grazie alla candidatura del vice sindaco Ottavio De Martinis. E a maggio si vota anche lì.
Bellachioma con Salvini

Non basta, non basta ancora: con Marsilio presidente in quota Fratelli d’Italia la vice presidenza della Regione Abruzzo spetterà ancora ai leghisti, e questa è una casella preziosa che potrebbe andare all’esterno Gianfranco Giuliante, ex assessore della giunta Chiodi, uno dei primissimi a passare con la Lega.
Gianfranco Giuliante

E arrivano già le prime indiscrezioni sui nuovi assetti della Regione: il prossimo direttore generale in quota centrodestra dovrebbe essere Fabrizio Bernardini, segretario di Giunta dell’ex governatore Luciano D’Alfonso ma un passato nel centrodestra.

Non sarà quindi la rossa Carla Mannetti, ex direttore dei Trasporti ex Saga passata dal centrodestra a Luciano D’Alfonso e poi di nuovo nel centrodestra ora assessore al Comune dell’Aquila: non potrà assumere incarichi alla Regione, nonostante la sua antica amicizia con Marco Marsilio e la Meloni a causa della legge Madia che stabilisce l’incompatibilità con gli incarichi politici. E poi, fanno notare nel centrodestra, quella di direttore generale è una casella che comunque non spetta a Fratelli d’Italia.

Si comincia a parlare di assessorati, almeno tra i papabili: Marsilio dovrà scegliere una donna ma non sarà Marianna Scoccia, la più votata ma anche la più osteggiata (non la considera neppure in maggioranza, ha ribadito il neo presidente). Lui in lista non la voleva, figuriamoci come assessore. E quindi forse le preferirà Nicoletta Verì, in quota Lega. Tra gli azzurri dovrà scegliere tra Mauro Febbo e Lorenzo Sospiri ma forse prevarrà il primo anche se Sospiri ha avuto più voti, e soprattutto in un territorio meno vasto.
Nicoletta Verì

Preoccupato Nazario Pagano, coordinatore regionale del partito di Berlusconi, che non è riuscito a fare eleggere i suoi candidati e ieri in un comunicato rivendicava il ruolo “decisivo” nella vittoria del centrodestra delle forze moderate della coalizione. Ma ha disertato la conferenza stampa di Marsilio ieri all’Aquila. Prime frizioni.

Ma di pari passo è cominciato il processo all’interno del Movimento 5 stelle, soprattutto a Sara Marcozzi, bocciata per la seconda volta consecutiva come candidata presidente della Regione. Tantissime le critiche che si sono alzate sui social, e in tanti cominciano a dire che sarebbe stato meglio candidare Pettinari, il più votato. Ma non ci sono solo quelle di alcuni dissidenti conclamati, ma anche da parte di alcuni parlamentari come Andrea Colletti, il più autorevole e indipendente. Parole pacate le sue, ma molto incisive.

“In primis dovremmo capire che la nostra forza sono gli attivisti ed i consiglieri comunali. Dovremmo smetterla di utilizzarli esclusivamente come risorse da campagna elettorale ma coinvolgerli, a tutti i livelli, nelle decisioni. Perchè, per me, un attivista o un consigliere comunale, che dedicano del tempo togliendolo al lavoro, alla famiglia o anche al tempo libero in cambio di nulla, vale molto di più di un anonimo votante su Rousseau, magari iscritto da qualcuno”.

E poi:

“Dovremmo essere meno verticistici, sia a livello nazionale che regionale. Non siamo gli altri partiti e non possiamo solamente essere dei pigiabottoni di scelte prese in altri luoghi. Dobbiamo coinvolgere i “migliori” di questo paese, chi, avendo saldi determinati principi e valori, possa portare un plus di competenze. Dovremmo, credo, tornare ad essere, anche al nostro interno, meritocratici, senza figli e figliastri in base a simpatie personali”.

E’ indubbio che nello scollamento della base abbiano pesato le esclusioni disposte senza spiegazioni di tanti militanti dalle candidature alle scorse Politiche o alle più recenti Regionarie (cancellate senza spiegazioni).

L’unico, Colletti, che parla esplicitamente di fallimento. Mentre la stessa Marcozzi arriva a negare e invita a fare un confronto con i dati delle vecchie Regionali del 2014 (dove i 5 stelle perdono ma di meno) anziché con le Politiche, ignorando che nel frattempo molte cose sono cambiate: i 5 stelle sono stati in Consiglio regionale sia pure all’opposizione per 5 anni e sono ora al governo del Paese. Ma anche molti altri sollecitano assemblee, autocritiche, verifiche, dibattiti. Le accuse girano in rete: arroganza, superbia, mancanza di autocritica, ma soprattutto è la frase pronunciata a caldo dalla candidata pentastellata ai microfoni di La7 subito dopo la notizia della sconfitta a destare più clamore: è anti-democratico, ha detto, consentire a otto liste presentarsi insieme, queste non sono liste civiche sono liste civetta.

Insomma, una enormità. Sotto la lente di ingrandimento anche i costi sostenuti durante la campagna elettorale, le numerose passerelle di ministri e vice ministri, le auto utilizzate per scorrazzare i candidati.

Ma a finire nell’occhio del ciclone un post della pagina Facebook “Noi che vogliamo un’Italia a 5 stelle” in cui i fan di Sara Marcozzi hanno lanciato pesanti invettive, con tanto di strafalcione, nei confronti degli abruzzesi.

Una sorta di omaggio alla candidata Sara Marcozzi, per giustificarne la cattiva prestazione. Grande foto dell’aspirante governatrice e poi l’accusa:

“Tutto il bene fatto non è servito a niente. La politica del clientelismo e del servilismo, unito a una buona dose di ignoranza, ha avuto la migliore”.

Ha avuto la migliore, anziché “la meglio” detto da chi dà dell’ignorante agli abruzzesi è da manuale. Certo lei la Marcozzi con questa community non c’entra nulla ma il post ha scatenato da parte degli elettori pentastellati una serie di insulti ancora più pesanti nei confronti dei cittadini abruzzesi che non hanno eletto la loro candidata: quindi giù con l’augurio di rimanere sotto le casette terremotate, senza lavoro senza soldi e senza futuro. Della serie: insomma, gli abruzzesi una candidata come lei non se la meritano.

ps: Per fortuna, non tutti la pensano così. E il bello è che cominciano a pensarlo moltissimi grillini, anche quelli che stanno nelle stanze dei bottoni. Autocritica e rinnovamento sono adesso le parole d’ordine.

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