ROMA Nel decretone che regola reddito di cittadinanza e l'anticipo previdenziale di Quota 100 potrebbe entrare anche la stretta contro le pensioni dei sindacalisti, annunciata da Luigi Di Maio. Il vicepremier - parallelamente alla manifestazione dei confederali contro il governo - aveva fatto sapere: «Spero che Cgil, Cisl e Uil non si oppongano anche al taglio delle pensioni d'oro dei sindacalisti». Non c'è ancora l'avallo dell'esecutivo, ma al Senato, dove il decretone è in discussione presso la commissione Lavoro, i Cinquestelle premono per inserire un emendamento in questa direzione, che potrebbe essere anche esteso agli ex parlamentari. La proposta potrebbe ricalcare un ddl già depositato a Palazzo Madama dal grillino Sergio Puglia: prevede che gli assegni dei sindacalisti calcolati con il metodo retributivo non facciano più riferimento all'ultimo giorno di lavoro o quello in cui è scattata l'aspettativa, ma sia computato in base a una media degli ultimi cinque tra le retribuzioni indicate dal contratto più diffuso. Che dovrebbe essere quello dei metalmeccanici. Intanto il governo, con il passaggio del decretone al Senato, deve sistemare non pochi nodi rimasti aperti nel reddito di cittadinanza e in Quota 100. In quest'ottica ieri si sono tenute due riunioni separate per fare il punto sugli emendamenti: una organizzata a Palazzo Madama dai Cinquestelle, l'altra dai senatori leghisti. Sul reddito le priorità sono due: dopo le proteste dell'Inps e del Mef vanno chiarite tutte le sovrapposizioni che possono crearsi tra le 14 prestazioni sociali in atto (come l'invalidità o la minima) e la pensione di cittadinanza, che tecnicamente è una prestazione accessoria. L'entità delle pensioni sociali viene stabilita in base al reddito dichiarato, la pensione di cittadinanza viene calcolata, con l'Isee, in base al patrimonio familiare: c'è così il rischio che molti pensionati, con il nuovo sistema, possano perdere l'assegno esistente.
I NODI DA SCIOGLIERE
Altro nodo è l'assegno di ricollocamento: nel decretone questo strumento (fino a 2.500 euro) per permettere al disoccupato di pagarsi un percorso di formazione è destinato soltanto a chi è iscritto al reddito di cittadinanza. Dopo le polemiche dei giorni scorsi, il governo, invece, vuole chiarire che si continuerà a erogarlo a tutti i lavoratori che cercano un posto. Altre correzioni dovrebbero riguardare una maggiore protezione dei dati personali contenuti nell'Isee, come denunciato dal garante della privacy. Meglio delineato invece il pacchetto di emendamenti a Quota 100. Si vuole far accedere al pensionamento anticipato (anche con opzione donna) gli esodati, che prima del 2011 sono usciti dalle loro aziende dopo accordi sindacali poi di bloccati dalla Fornero. Potrebbero essere velocizzati i concorsi nel pubblico impiego per sostituire chi è uscito con Quota 100, saranno bloccate le pensioni ai latitanti che vivono all'estero, mentre il riscatto a condizioni favorevoli degli anni universitari dovrebbe essere esteso anche a chi ha più di 45 anni. Potrebbe salire a 50.000 euro la quota di anticipo agli statali del Tfs.