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Pescara, 23/11/2024
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Data: 13/02/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Marsilio avverte i sindaci pro-Legnini. Il nuovo presidente al Centro e a Rete8 : l'aria è cambiata e a maggio si vota. Comincino a fare le valigie, a partire da Pescara. Marsilio alla Raggi: non siamo più la pattumiera di Roma. Dal Neo governatore lo stop ai rifiuti

CHIETI Nella prima intervista a tutto campo rilasciata al Centro e a Rete 8, Marco Marsilio spiega l'Abruzzo che verrà. Il nuovo presidente chiede agli uomini di fiducia di Luciano D'Alfonso di presentarsi da lui per cosegnargli le dimissioni. Dice a Sara Marcozzi di accompagnarlo a Roma per rivendicare ai ministri 5 Stelle gli impegni che questi hanno preso per l'Abruzzo. E avverte i sindaci in scadenza che hanno appoggiato Giovanni Legnini, a partire da Marco Alessandrini, di prepararsi a fare le valigie perché l'aria in Abruzzo è cambiata. Ecco l'intervistaI 5 Stelle, arrivati terzi, si ritrovano con 7 consiglieri. La coalizione di Giovanni Legnini, giunta seconda, ne ha solo 5. Le pare giusto?«Questa curiosa distribuzione dei seggi è dovuta a un errore concettuale della legge elettorale. Per l'opposizione c'è una doppia distorsione: la prima dovuta al premio di maggioranza, che è sacrosanto perché garantisce la governabilità, e la seconda che permette a chi si è piazzato ultimo di avere più seggi anche se staccato di oltre 10 punti. È una legge da rifare perché non rispetta i cittadini e le forze in campo».Le è piaciuto vincere facile con la Lega in squadra?«Al contrario abbiamo concesso ai nostri avversari anche qualche vantaggio complicandoci la vita aspettando fino a Natale per scegliere la mia candidatura. E poi hanno anche avuto il vantaggio certo di un voto in più perché io non sono residente in Abruzzo».E allora è d'obbligo chiederle dove prenderà la residenza: a Pescara, all'Aquila o Tocco da Casauria?«Per ora la mia casa è a Tocco. Mi sto organizzando, ma se debbo dire la verità lo sceglierà mia moglie. È doveroso perché lei ha dato subito la sua disponibilità a cambiare vita».Che supporto le hanno dato sua moglie Stefania e sua figlia Nunzia?«Un fondamentale contributo morale con la loro vicinanza che nella vita politica è molto importante».Lei è un maratoneta. La strada che ha davanti è in discesa o in salita?«La paragono a una corsa molto complessa come l'Ultramaratona del Gran Sasso».Salvini è venuto in Abruzzo per dire "sbrigatevi a fare la giunta". La Lega le detta i tempi?«No, l'esigenza di fare presto è comune a tutti. Salvini non ha detto nulla di speciale. La scelta della giunta è delicata, va fatta nei tempi giusti».Ha già un'idea dei nomi?«In base alla consistenza elettorale è facile ipotizzare i nomi. Ma sarà una decisione collegiale. Al momento opportuno ci vedremo e ne parlerò insieme con i partiti e le liste che mi hanno sostenuto. Sarà una lista equilibrata. La nostra forza, ho spiegato a chi per scarsa cultura politica sostiene che bisogna fare liste uniche perché si governa da soli, è la partecipazione di tutti».È un modo elegante per riproporre il manuale Cencelli?«No, è un normale modo di fare politica. Se abbiamo corso in cinque vuol dire che tutte e cinque le forze politiche contribuiranno a governare la Regione tenendo conto dei loro pesi».Che rapporto avrà nei prossimi 5 anni con le minoranze?«Dovrò tenere conto degli abruzzesi che non hanno votato per me, ma spero che lo spazio delle opposizioni non sia occupato da ostruzionismo sterile che serve solo a fare notizia. I 5 Stelle esprimono ministri e sottosegretari. Toninelli è venuto qui a dire che farà l'alta velocità Pescara-Roma e risolverà il caro-pedaggio; Bonafede che non chiuderà i piccoli tribunali e la Grillo che riaprirà ospedali e punti nascita. Perfetto, appena entrerò in carica mi piacerebbe che Sara Marcozzi stessa accanto a me quando andrò a reclamare ai ministri dei 5 stelle il rispetto degli impegni presi con gli abruzzesi».Marianna Scoccia è dentro o fuori la maggioranza?«Sono abituato a guardare negli occhi le persone con cui parlo e mi basta una stretta di mano senza bisogno di andare dal notaio. Ma la mia parola è stata tradita da persone che, a mia insaputa, hanno preso una scelta non gradita a tutta la coalizione. Ora che lei è stata eletta deve semplicemente rispettare il mandato elettorale. Quindi deve stare in consiglio e votare a favore della maggioranza, anche perché la sua presenza è frutto solo del premio di maggioranza».Alla fine il vero partito dei sindaci l'avete messo voi in consiglio regionale...«Quando Legnini si presentò e disse "io ho la maggioranza dei sindaci, 162" risposi: "e io ho la maggioranza degli elettori". Qualcuno dei suoi sindaci, a partire da Pescara, può già cominciare a contare i giorni che li separano dalla fine del mandato. A maggio l'aria di novità colpirà anche molte amministrazioni».E lei appoggerà la Lega che già rivendica Pescara?«Se verrò interpellato dirò la mia opinione. Ma non sono io a decidere, spetta ai partiti farlo. Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia si riuniranno in un tavolo nazionale». Lei ha battuto tutti tranne il partito degli astenuti: 600mila abruzzesi. La politica deve fare autocritica?«C'è una crisi generale della rappresentanza che non riguarda solo la politica».E se in Regione trovasse un "tesoretto", una somma da spendere subito, come la utilizzerà?«La investirei nella sanità per assumere personale».La Marcozzi disse: se vinciamo facciamo fuori tutti i direttori degenerali delle Asl. Lei come si comporterà?«È difficile governare con persone di cui non ti fidi ma non creerò contenziosi. Rispetterò contratti e scadenze. Per correttezza istituzionale però mi aspetto che tutte le persone che sono state nominate da Luciano D'Alfonso, e che sono in prorogatio, abbiano l'eleganza di presentarsi dimissionari».Infine una promessa: andrà a trovare la piccola Noemi, la piccola di Guardiagrele che rappresenta il mondo dei bimbi con malattie rare?«L'andrò a trovare. Non l'ho voluto fare prima perché da candidato mi sembrava imbarazzante. Lo farò da presidente».

Marsilio alla Raggi: non siamo più la pattumiera di Roma. Dal Neo governatore lo stop ai rifiuti

L'AQUILA Marco Marsilio striglia la sindaca di Roma, Virginia Raggi, parlando di «inefficiente gestione dei rifiuti da parte dell'amministrazione capitolina», e specificando che l'Abruzzo «non è la pattumiera di Roma». L'argomento tiene banco anche nel consiglio comunale di Roma, dove la consigliera del Pd, Valeria Baglio, chiede conto alla Raggi. Marsilio in un'intervista alla Rai, assicura che la Regione Abruzzo «rispetterà gli accordi ma non all'infinito. Credo molto nella solidarietà e coesione nazionale, e le Regioni possono e devono collaborare tra di loro per risolvere emergenze e urgenze ma solo se si tratta effettivamente di emergenze. Se invece la crisi dei rifiuti a Roma è causata dall'incapacità di Virginia Raggi di gestire il ciclo dei rifiuti è chiaro che l'Abruzzo non può essere in eterno la pattumiera di Roma, non possono pensare di avere qui una discarica a cielo aperto per i rifiuti di Roma».Il neo eletto governatore d'Abruzzo precisa: «Noi continueremo a trattare i rifiuti della capitale in base agli accordi presi dall'amministrazione precedente, ma in un quadro di temporaneità, capendo se l'amministrazione di Roma è in grado di chiudere questo ciclo dei rifiuti e porre riparo alle sue inefficienze». Alla domanda sui tempi di accettazione dei rifiuti di Roma Marsilio attende «di vedere il dossier» per verificare dal ministero dell'ambiente e dal Comune di Roma qual è lo stato dell'arte. «La Regione Abruzzo», conclude, «farà una forte pressione presso il ministero dell'Ambiente perché o Virginia Raggi impara a gestire il ciclo dei rifiuti, e segnalo che solo l'altro ieri ha dovuto cacciare l'assessore al ramo per l'incapacità di gestire la questione, oppure il ministero nomini un commissario che aiuti a risolvere il problema».«Non c'è più tempo da perdere», spiega Valeria Baglio, «la sindaca venga in aula e chiarisca come vuole far uscire la città dall'emergenza e quali decisioni vuole prendere sul caso Ama. Senza un vero piano industriale dell'azienda, da varare nelle prossime settimane, a Roma si rischia il disastro ambientale».

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