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Data: 13/02/2019
Testata giornalistica: Il Centro
D'Alberto: «Escludo rimpasti di giunta». Il sindaco blinda Teramo 3.0, che ha sostenuto Marsilio. Ma in maggioranza c'è chi vuole disfarsi dell'alleato scomodo

TERAMOIl sindaco in aula con al fianco la sua vice ha assunto, nel consiglio comunale di ieri, un significato politico più marcato del solito. Maria Cristina Marroni ha partecipato alla seduta consiliare dedicata alle interrogazioni, nonostante fosse febbricitante, affiancando Gianguido D'Alberto, per fugare ogni dubbio sull'intesa ancora solida tra il primo cittadino e "Teramo 3.0". In aula non si è parlato delle recenti elezioni regionali e del caso scatenato dalle preferenze espresse dalla lista civica della vicesindaco per il centrodestra, mentre il resto della coalizione con il sindaco in testa si è speso per Giovanni Legnini e il centrosinistra. È bastata però quell'immagine considerata in genere ovvia, con Marroni seduta a stretto contatto di gomito con D'Alberto, a lanciare un messaggio di coesione almeno amministrativa se non politica.D'Alberto ne parla a margine dei lavori consiliari ribadendo che «Teramo resta fuori da problematiche di campagna elettorale ad altri livelli istituzionali». In Comune, a suo dire, non tira alcun'aria di crisi né tanto meno di avvicendamenti, rimpasti e giri di valzer in giunta visti nella passata consiliatura. «È tutto escluso», puntualizza il primo cittadino, «il voto di domenica ha un significato politico importante che nasce da un'influenza nazionale».L'analisi di D'Alberto sulla sconfitta del centrosinistra è lapidaria. «È stata la risposta al governo regionale uscente», afferma, «i cittadini si sono espressi in modo diverso». Sul carro dei perdenti deve accomodarsi anche il sindaco, mentre la lista civica della sua vice potrebbe reclamare la vittoria. La differenza è vistosa ma per D'Alberto non comporta alcuna conseguenza. «Non ci sono ripercussioni a livello amministrativo», ripete.Tuttavia l'impermeabilità della sua maggioranza non è assoluta. Tanto che, subito dopo, il primo cittadino aggiunge: «Non è sempre indifferente quello che succede». Il sindaco non approfondisce questo concetto, o almeno lo fa solo in apparenza, con argomentazioni che girano intorno a una constatazione che lui non esprime ma chiara nei fatti. L'uscita di "Teramo 3.0" a favore della Lega e del centrodestra non è andata giù agli alleati, in particolare Pd e "Insieme Possiamo", con i quali la lista civica della vicesindaco non ha mai avuto rapporti idilliaci. D'Alberto ieri ha riunito a pranzo la maggioranza per fare quadrato, ma la tensione in aula è affiorata lo stesso. "Teramo 3.0" rivendica lealtà nei confronti dell'amministrazione, ma ribadisce di essere svincolata da qualunque obbligo politico nei confronti della coalizione al di là dei confini del comune. Tra gli alleati, però, c'è chi vorrebbe disfarsi al più presto della scomoda presenza della lista civica della vicesindaco per imbarcare ufficialmente il gruppo di Mauro Di Dalmazio, che alle regionali si è schierato con Giovanni Legnini entrando così nell'area di riferimento della maggioranza consiliare.

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