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Data: 14/02/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
«Restituite i soldi» è bufera dopo la battuta di Grillo. «È voto di scambio», depositata una denuncia

L'AQUILA «Ma dai! È solo una battuta di un comico Allora quando parla Vergassola?» dice una fonte. Siamo sempre lì: a metà strada tra il Beppe Grillo guru (appannato?) del Movimento che ha fondato e il comico tornato al suo lavoro. La differenza, forse, sta tutta nella tempistica: perché dire, seppur in teatro, a poche ore dalla sconfitta elettorale (a proposito: la parola «sconfitta» l'ha pronunciata distintamente anche Alessandro Di Battista, in tv), che «io accetto tutto, che il popolo abruzzese abbia deciso e ha fatto benissimo. Chiedo solo una cosa, ufficialmente: che ci diano indietro i 700 mila di euro che gli abbiamo dato l'anno scorso, le 4 ambulanze e gli spazzaneve a turbina» ha provocato un pandemonio.
Partiamo dalla fine, ovvero dalle parole che il Movimento 5 Stelle abruzzese ha affidato a Facebook ieri pomeriggio, all'acme degli attacchi politici: «La scarsità di argomentazioni dei senatori Nazario Pagano (FI) e Stefania Pezzopane (Pd) e del deputato Fabio Rampelli (FdI) fa ridere più delle battute di Beppe Grillo. Quella di Grillo era ovviamente una battuta comica, può piacere o no, ma era una battuta. Nessuno ha chiesto o chiederà mai indietro alcunché (ci mancherebbe, ndr). Noi siamo fieri di aver rispettato la parola data agli abruzzesi. Con i 720mila euro a cui abbiamo rinunciato abbiamo finanziato 108 imprese con il nostro Microcredito, donato 4 ambulanze alle 4 Asl e donato una turbina spalaneve alla protezione civile per porre rimedio agli anni di malgoverno. Ora, dal momento che anche gli stipendi da senatori di Pagano, Pezzopane e Rampelli traggono origine da denari pubblici, ci aspettiamo un gesto di coerenza: donino agli abruzzesi 150 mila euro a testa».
LE REAZIONI
Pagano ha ricordato «al signor Grillo che quei soldi provengono dalle casse dello Stato: sono denari pubblici, semplicemente stornati. La bassezza di queste affermazioni è ancora più grave se si pensa ai disagi subiti dagli abruzzesi per il maltempo e ai morti che ha provocato. Torna subito alla mente la tragedia di Rigopiano, dove Luigi Di Maio non si è risparmiato la passerella prima del voto. Un atteggiamento vergognoso e irrispettoso». La Pezzopane ha sostenuto che «non è satira: ci troviamo di fronte alla esplicitazione di una rabbia politica dovuta al flop elettorale, alla presa d'atto della loro incapacità ad amministrare il Paese e gli enti locali. Che M5S agisce per il solo scopo del voto di scambio?». «Chiedere indietro agli abruzzesi i 700 mila euro donati fa rima con voto di scambio. Se tanto mi dà tanto, che succederà con il reddito di cittadinanza?», ha invece tuonato Rampelli, seguito poco dopo da Giorgia Meloni. C'è poi anche un mini fronte interno, visto che Silverio Marzocchetti, candidato sansalvese non eletto, ha detto che «agli abruzzesi non interessa molto che si taglino gli stipendi. Basta restituzioni e con quei soldi finanziamo gruppi locali». Secca replica di Pietro Smargiassi, lui sì rieletto: «Non è un portavoce». Ieri si è rifatto vivo Luigi Di Maio, con un post in cui non cita la percentuale della Marcozzi: «Dove non siamo pronti - scrive - dobbiamo smetterla di presentarci. C'è poi chi pensa che per vincere in Abruzzo dovevamo far cadere il Governo. Questo finché ci sarò io non avverrà». A proposito: «Continueremo sempre a restituire gli stipendi, a costruire le trazzere, a regalare le ambulanze».

«È voto di scambio», depositata una denuncia

L’AQUILA Come legale di parte civile nel processo alla Commissione Grandi rischi, l’avvocato aquilano Antonio Valentini subito dopo la tragedia aveva senza mezzi termini dichiarato di non voler prendere la difesa degli indagati (poi diventati imputati) precisando di avere solo a cuore il destino degli aquilani e della città. Ieri mattina ha ribadito il concetto con un’azione forte e determinata dopo aver letto i commenti al vetriolo di Beppe Grillo Garante del Movimento 5 Stelle e di un sostenitore di Ladispoli, Marco Dattilo. Il legale si è presentato in Procura, negli uffici di polizia giudiziaria dell’Arma dei carabinieri,per presentare una querela affinché si facciamo accertamenti per verificare ravvisabili reati, a cominciare dalle dichiarazioni di Beppe Grillo, che alla luce del risultato elettorale deludente ha chiesto indietro i 700mila euro che il Movimento ha devoluto a opere per i terremotati e altre popolazioni d’Abruzzo in sofferenza. Parole che potrebbero celare un presunto voto di scambio. «Cosa devo pensare, che Grillo –ha evidenziato l’avvocato Valentini – ci ha dato la somma di 700mila euro per votarlo?». Accertamenti su eventuali violazioni penali sono state chiesti dall’avvocato del Foro dell’Aquila anche su Dattilo, che tra post in cui l’Abruzzo viene fotografato come terra di immondizia, cacca, luogo di prostituzione, è andato oltre augurando agli «Abbruzzesi (lo scrive con dueB) neve d’estate e il terremoto in inverno». «Spero di non essere l’unico a denunciare quanto è accaduto»,ha aggiunto Valentini il quale auspica che «con estrema sollecitudine il Movimento5 Stelle prenda le distanze da queste assurde ed allucinanti dichiarazioni perché sennò mi sembra veramente una cosa terribile, augurarsi la morte di 309 aquilani, questo non esiste». Una indignazione generalizzata che ha portato taluni d’impeto a non nascondere il desiderio di andare nell’abitazione di Dattilo per risolvere a proprio modo le sconcertanti dichiarazioni postate su Facebook, nel decennale dell’immane tragedia. Unanime infine l’auspicio che la Procura vada avanti fino in fondo.

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