Il sindacato ribadisce la sua contrarietà a un provvedimento che, in assenza di norme generali nazionali come la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, condannerà l’Italia ad avere cittadini di serie A e di serie B
“Non possiamo che ribadire la nostra contrarietà a un provvedimento che, in assenza di norme generali nazionali come la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni, aumenterà le disuguaglianze”. Così, in una nota, la Cgil nazionale in attesa del Consiglio dei ministri di oggi che discuterà i testi delle intese per il riconoscimento di ulteriori forme di autonomia a Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna.
“Rifiutiamo con forza – prosegue la Confederazione – qualsiasi provvedimento che dà risposte locali a bisogni comuni a tutto il Paese; che demanda a un singolo territorio la facoltà di garantire un diritto e che concede l'arbitrarietà di decidere come garantirlo, soprattutto per l'istruzione”.
“Qualsiasi provvedimento che alimenterà i divari territoriali e condannerà l’Italia ad avere inevitabilmente cittadini di serie A e di serie B, invece di concentrare gli sforzi nel rimuovere gli ostacoli, che già oggi impediscono la piena esigibilità dei diritti costituzionali fondamentali in ogni Regione, sarà duramente contrastato dalla Cgil”, conclude la nota.
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