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Data: 20/02/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Pd, per Di Sabatino tempo già finito. Si va alle primarie

PESCARA Il Pd riconosce a Giovanni Legnini, e alla sua figura, il massimo risultato possibile rispetto al punto di partenza. Tuttavia, se occorre fare critica, e soprattutto autocritica, al di là dell'intervento iniziale di Antonio Di Marco che, usando un eufemismo, si è tolto qualche sassolino dalle scarpe, il passaggio cruciale è stato chiedersi: c'erano sette liste civiche ma fino a che punto le si poteva considerare tali? Per allagare davvero il campo dei candidati occorreva lavorarci per tempo pescando realmente nella società civile. Questa, in sintesi, è stata la risposta che il Pd si è dato alla riunione del direttivo regionale di lunedì sera nella sede del partito in via Lungaterno a Pescara.Per Renzo Di Sabatino, segretario reggente, è di fatto l'ultimo direttivo visto che, il 4 marzo, qualunque sia l'esito delle primarie nazionali che vedono in corsa Zingaretti, Martina e Giachetti, rimetterà il mandato dando il via alle primarie regionali per eleggere il suo successore che sulle spalle avrà una croce pesante: preparare le liste per le comunali di fine maggio. Ma quali sono stati i sassolini di Di Marco? Certamente la sua esclusione alle regionali per via dell'inchiesta sulla tragedia di Rigopiano che lo ha coinvolto.A Di Sabatino, Di Marco, ex presidente della Provincia di Pescara e sindaco uscente di Abbateggio, imputa di non aver neanche risposto alla sua lettera nonostante che il segretario reggente del Pd sia stato presidente della Provincia di Teramo e, come lui, conosce bene gli enormi problemi determinati dai tagli di risorse. In altre parole: qualunque altro presidente di Provincia può finire in una bufera giudiziaria. Tra gli altri interventi, non poteva mancare quello dell'ex governatore Luciano D'Alfonso che non aspettava altro.La sua è stata un'analisi nuda e cruda del voto. Ha sottolineato, il senatore Pd, l'errore non suo di aver allestito le liste solo negli ultimi due mesi, quando invece si doveva cominciare a farlo dal 10 agosto, il giorno della sua uscita dei scena dalla Regione. Ed ha poi sottolineato il fatto che il valore assoluto del Pd va oltre la percentuale raggiunta perché, in realtà, c'erano molti candidati Dem nelle civiche di Legnini. E non è poco come consolazione. Infine se una critica è stata mossa da D'Alfonso a Legnini è sul punto che quest'ultimo, a differenza di quanto hanno fatto la Lega e i 5 Stelle sfruttando i temi nazionali del no agli sbarchi e del reddito di cittadinanza, avrebbe dovuto far sognare gli abruzzesi con una promessa elettorale da mantenere. Ma meglio di così non poteva andare ha ammesso l'ex governatore. Ora si tratta di non sbagliare le mosse della prossima partita, quella delle comunali, in particolare a Pescara, ha concluso D'Alfonso. Al direttivo hanno preso parte, oltre a Di Sabatino, D'Alfonso e Di Marco, anche Lolli e Di Pangrazio, i neo consiglieri regionali, i segretari regionali e gli altri parlamentari D'Alessandro e Pezzopane, oltre che i sindaci più importanti del Pd, come quello di Pescara. Praticamente c'erano tutti.

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