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Pescara, 23/11/2024
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Data: 25/02/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Pd, Pietrucci rilancia con le accuse. Nell'assemblea del partito l'ex consigliere regionale ribadisce la posizione critica

L'AQUILA Oggi il presidente vicario della Regione Giovanni Lolli consegnerà nelle mani di Marco Marsilio la tradizionale targa d'argento con incisi i nomi di tutti e 18 i governatori che hanno guidato l'Abruzzo dal 1970 a oggi. La cerimonia, che sancirà ufficialmente l'inizio della nuova legislatura, aprirà probabilmente una nuova era, quella post-dalfonsiana, anche per il Partito democratico. La scorsa settimana, a Pescara, si è tenuta la prima direzione regionale del partito dopo la sconfitta rimediata il 10 febbraio, che ha visto i democratici fermarsi all'11,14%. Nella riunione sono volati stracci tra il segretario Renzo Di Sabatino, l'ex presidente della provincia di Pescara Antonio Di Marco e un redivivo Luciano D'Alfonso. Anche all'Aquila si è tenuta, ieri sera, una lunga e animata assemblea per analizzare il risultato elettorale. Nel capoluogo il Pd è riuscito a contenere i danni rispetto al magro 8,8% ottenuto a livello provinciale, arrivando al 13,26%, miglior dato nelle quattro città capoluogo dopo quello di Pescara (16,25%). A trainare il partito è stato soprattutto Pierpaolo Pietrucci, che tuttavia non è riuscito, malgrado le 4.556 preferenze, a centrare la rielezione. Una sconfitta che lo stesso Pietrucci, nei giorni scorsi, ha attribuito, senza mezzi termini, a una parte del partito, reo di averlo «scaricato», preferendo sostenere candidati che, pur essendo iscritti al Pd, hanno deciso di correre dentro altre liste. Come non è difficile comprendere a quali altri candidati si riferisse Pietrucci - Francesco Di Paolo, Antonella Santilli, Lorenzo Berardinetti e Antonio De Crescentiis: i primi due soprattutto - così è abbastanza chiaro anche quale sia la fetta del partito da cui l'ex consigliere regionale si è sentito abbandonato, ovvero quella che fa capo a una parte della cosidetta "triade" (Pezzopane-Lolli-Cialente). E ora, tra i democratici, potrebbe consumarsi davvero quella rottura con la vecchia classe dirigente, tante volte evocata in questi anni, ma mai davvero realizzatasi.Non è detto, peraltro, che per Pietrucci i giochi siano del tutto chiusi. I ricorsi elettorali annunciati sia da Legnini che da Iampieri potrebbero cambiare la composizione del consiglio regionale e favorire un suo ripescaggio. Stessa cosa potrebbe accadere qualora a Legnini venisse offerta qualche altra candidatura o qualche incarico a livello nazionale.

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