L'AQUILA Oggi il presidente vicario della Regione Giovanni Lolli consegnerà nelle mani di Marco Marsilio la tradizionale targa d'argento con incisi i nomi di tutti e 18 i governatori che hanno guidato l'Abruzzo dal 1970 a oggi. La cerimonia, che sancirà ufficialmente l'inizio della nuova legislatura, aprirà probabilmente una nuova era, quella post-dalfonsiana, anche per il Partito democratico. La scorsa settimana, a Pescara, si è tenuta la prima direzione regionale del partito dopo la sconfitta rimediata il 10 febbraio, che ha visto i democratici fermarsi all'11,14%. Nella riunione sono volati stracci tra il segretario Renzo Di Sabatino, l'ex presidente della provincia di Pescara Antonio Di Marco e un redivivo Luciano D'Alfonso. Anche all'Aquila si è tenuta, ieri sera, una lunga e animata assemblea per analizzare il risultato elettorale. Nel capoluogo il Pd è riuscito a contenere i danni rispetto al magro 8,8% ottenuto a livello provinciale, arrivando al 13,26%, miglior dato nelle quattro città capoluogo dopo quello di Pescara (16,25%). A trainare il partito è stato soprattutto Pierpaolo Pietrucci, che tuttavia non è riuscito, malgrado le 4.556 preferenze, a centrare la rielezione. Una sconfitta che lo stesso Pietrucci, nei giorni scorsi, ha attribuito, senza mezzi termini, a una parte del partito, reo di averlo «scaricato», preferendo sostenere candidati che, pur essendo iscritti al Pd, hanno deciso di correre dentro altre liste. Come non è difficile comprendere a quali altri candidati si riferisse Pietrucci - Francesco Di Paolo, Antonella Santilli, Lorenzo Berardinetti e Antonio De Crescentiis: i primi due soprattutto - così è abbastanza chiaro anche quale sia la fetta del partito da cui l'ex consigliere regionale si è sentito abbandonato, ovvero quella che fa capo a una parte della cosidetta "triade" (Pezzopane-Lolli-Cialente). E ora, tra i democratici, potrebbe consumarsi davvero quella rottura con la vecchia classe dirigente, tante volte evocata in questi anni, ma mai davvero realizzatasi.Non è detto, peraltro, che per Pietrucci i giochi siano del tutto chiusi. I ricorsi elettorali annunciati sia da Legnini che da Iampieri potrebbero cambiare la composizione del consiglio regionale e favorire un suo ripescaggio. Stessa cosa potrebbe accadere qualora a Legnini venisse offerta qualche altra candidatura o qualche incarico a livello nazionale.