Le sigle sindacali Faisa Cisl, Filt Cgil, Fit Cisl, Ugla e Uilt hanno replicato alle accuse della Atm riguardo allo sciopero degli autisti programmato per oggi, martedì 26 febbraio, su tutto il territorio regionale.
“Secondo la società – si legge nella nota di replica – le organizzazioni sindacali avrebbero proclamato lo sciopero, per il ritardo delle retribuzioni, e non solo, ai lavoratori, e non solo, esclusivamente per una iniziativa propria e che avrebbe dato prova, alla regione ed alla prefettura, di aver onorato i debiti”.
Per i sindacati “la questione è paradossale, incredibile e ridicola, secondo l’azienda i responsabili di una situazione, che persiste tutt’ora (pagamento degli stipendi), sarebbero i sindacati, qualcuno doveva pur farcelo notare. In realtà, l’attivazione della procedura è stata fatta per reclamare la regolarità delle retribuzioni (alcuni lavoratori erano in credito di circa 7/8 mensilità), ma non solo delle retribuzioni, le mancanze erano relative anche ai versamenti dei fondi previdenziali, alla società di mutuo soccorso ed altre similari.
Quindi, oltre a rimarcare l’unicità della decennale anomalia da parte della società Larivera/ATM spa, che costringe i propri dipendenti, se vogliono essere pagati, ad avanzare la richiesta del pagamento delle retribuzioni solo tramite ricorso giudiziario e che tale situazione è, tutt’ora, irrisolta, facciamo notare che le organizzazioni sindacali avevano anche chiesto l’elenco dei debiti nei confronti dei propri dipendenti, elenco mai pervenuto, ed appare bislacco che tale comunicato avvenga il giorno prima dello sciopero, pur avendo i sindacati dichiarato lo stesso in data 2 febbraio 2019, ben 23 giorni prima”.
Secondo i sindacati “se un’azienda ha onorato i suoi debiti, non dovrebbe temere di fornire i dati richiesti, anche perché non esistono nemmeno requisiti di privacy in casi del genere, se, invece, l’azienda avesse problemi ci pare scontata la mancata consegna. In definitiva cercare di ribaltare su altri le proprie ed esclusive responsabilità è un esercizio che, oltre a non trovare giustificazioni, non fa altro che peggiorare la situazione ed accrescere la disistima. Infine, segnaliamo che la commissione di garanzia, che valuta la regolarità degli sciopero, non ha avanzato alcun rilievo”.