L'AQUILA Marco Marsilio solleva a due mani la targa con i nomi dei 18 presidenti della Regione, compreso il suo. «Sento il peso della responsabilità» dice scherzando a Giovanni Lolli che gliel'ha appena passata ironizzando: «Dal colorito del mio volto (abbronzatissimo) intuirai da dove ti osserverò, da molto in alto», alludendo alla smisurata passione per la montagna. Lolli va in vacanza, dopo aver seguito oltre 110 vertenze occupazionali e soprattutto dopo aver dovuto gestire la complicata transizione dalfonsiana; Marsilio entra a palazzo Silone quasi con timidezza. Il peso a cui allude riguarda sì le «mille emergenze» a cui dovrà far fronte, ma anche, in questi giorni, il complicato puzzle della giunta, su cui non vuole sbilanciarsi: «No comment», segno che il momento è particolarmente critico. È tutta qui la cerimonia del cambio della guardia, in un auditorium affollato più da dipendenti curiosi che dalla politica. Ci sono, doverosamente, sindaco e vicesindaco della città, Pierluigi Biondi («Grazie a Marsilio L'Aquila avrà l'attenzione che merita») e Guido Liris, in procinto di sedersi all'Emiciclo. Ma ci sono anche gli alleati del futuro governo. In particolare Forza Italia, con il coordinatore Nazario Pagano che ha abbandonato il primo tavolo di trattative per la giunta, sbottando quando gli hanno fatto notare che la richiesta di due assessori era esagerata. Con lui il sindaco di Avezzano, Gabriele De Angelis. Per la Lega c'è Piero Fioretti, per FdI il fidato Etel Sigismondi.
I TEMI
Lo scambio di battute con Lolli è all'insegna dal fair play. Il presidente vicario dice che conosce da tempo Marsilio, «persona seria e perbene», e gli dispensa un paio di consigli: «Non lasciare che i problemi quotidiani sottraggano tempo alla visione prospettica»; «seguire i cittadini che rischiano di perdere il posto di lavoro»; «la mancanza di infrastrutture rischia di strangolare le potenzialità della regione». Marsilio confessa la «grande emozione» e condivide l'analisi di Lolli, dopo avergli riconosciuto «equilibrio e saggezza»: «Non a caso il programma elettorale dà grande spazio alle infrastrutture. Spero dice alla fine di riuscire a conservare lucidità e serenità perché ogni giorno sarà pieno di emergenze, ma comporrò una squadra con la quale affrontarle al meglio».
LE DOMANDE
Al termine della cerimonia i cronisti incalzano il governatore. «La giunta? Ho scelto di non commentare le trattative. A me compete farla, non commentarla. Continueremo dialoghi e colloqui, valuteremo con attenzione tutte le richieste. Condurremo il lavoro con saggezza e lungimiranza. Le tensioni? Normalità dialettica politica, niente di irrisolvibile. Forza Italia? Parlerò con tutti, a tutti darò rispetto e attenzione, tenendo conto di pesi, rapporti, esperienze». Dice, Marsilio, che per prima cosa vorrà «approfondire con un certo vigore la questione della ricostruzione». E poi il lavoro («Ci sono tante emergenze»), i manager delle Asl («Mi risulta che ci sono direttori in scadenza, ci sono procedure in corso per la nomina dei nuovi, riterrei opportuno che tutti coloro che hanno ricevuto incarichi fiduciari rimettessero i loro mandati per permettere alla nuova amministrazione di fare scelte serene, senza contenziosi»), le altre priorità («Il riordino della rete sanitaria su cui il tavolo ministeriale ha fatto osservazioni pesanti, andrà aperta una vertenza con il Ministero della Salute»). Sulla residenza L'Aquila o Pescara Marsilio nessuna decisione: «Datemi il tempo di fare le valutazioni con la mia famiglia». Finito l'incontro con i giornalisti il governatore infila l'ascensore e vola al sesto piano, nei nuovi uffici. Qui riceve, a turno, i forzisti e Zelli. Pagano dice di aver ribadito la richiesta già formulata di due assessori. Zelli conferma la volontà di Azione politica di esserci.
L'ALTRO FRONTE
Nel centrosinistra, ieri prima riunione a Palazzo dell'Emiciclo per Giovanni Legnini e i consiglieri eletti (Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Sandro Mariani e Amerigo Di Benedetto). Tema dell'incontro il possibile ricorso per l'attribuzione dei seggi in consiglio regionale e la costituzione dei gruppi consiliari. Un ricorso che secondo Legnini deve essere promosso da coloro che ne hanno diritto, i consiglieri regionali non eletti. L'ex vice del Csm aderirà al gruppo consiliare Legnini Presidente insieme ad Americo Di Benedetto. In caso di dimissioni subentrerà comunque Pierpaolo Pietrucci (Pd). Legnini annnuncia la volontà di proseguire nell'esperienza del contenitore civico e smentisce le voci di una sua possibile candidatura alle Europee.