ROMA Sarà un vertice di governo oggi a sbloccare il nodo sulla Tav. Intanto la Lega pensa al rilancio, ma è scontro tra M5S e il ministro Tria. Per il Carroccio non solo non si dovranno perdere i 300 milioni di finanziamento: la mossa del partito di via Bellerio è quella di chiedere, attraverso una nuova lettera dell'esecutivo, altri fondi alla Commissione Ue perlomeno 500 milioni per convincere i pentastellati a rimuovere le barricate. Una operazione non semplice, soprattutto dopo l'esito delle regionali in Sardegna. «M5S ha perso consensi anche per la posizione sulla Tav, è passato il messaggio che vogliono bloccare l'Italia», il refrain dei big leghisti. La partita finale sulla Torino-Lione si giocherà quindi nei prossimi giorni. E sul tema torna a farsi sentire anche Tria: «ll problema afferma - non è la Tav, è che nessuno verrà mai a investire in Italia se il Paese mostra che un governo che cambia non sta ai patti, cambia le leggi e le fa retroattive». «Bisogna portare avanti l'economia italiana», avverte il ministro dell'Economia.
TEMPI STRETTI
Secca la replica del responsabile dei Trasporti Toninelli: «Tria ha dimenticato che c'è un contratto di governo, lui dovrebbe ricordarlo, si atterrà a quello che c'è scritto nel contratto». I tempi stringono: il consiglio di amministrazione di Telt, la società metà italiana e metà francese responsabile della realizzazione della infrastruttura, si riunirà a metà marzo. Occorre comunicare la decisione alla Commissione europea entro la fine del prossimo mese e su questo sono d'accordo sia M5S che la Lega bisogna preparare subito una soluzione tecnica. «Stiamo cercando di sbloccare i bandi e di fare in modo di non perdere risorse e di fare l'opera - sottolinea il vice ministro alle Infrastrutture Rixi - con i 5Stelle si troverà una soluzione e non c'è stato nessuno scambio». Sono in corso contatti tra il Mit e la Commissione europea, ma sarà Telt a fare i passaggi decisivi (sono previste riunioni il 27 febbraio e il 6 marzo). E così è questo l'orientamento che alla fine dovrebbe prevalere i lavori potranno andare avanti. Telt è sotto la giurisdizione francese, il progetto potrebbe poi essere rivisto senza alcuna penale o conseguenze giudiziarie. Ma il via libera alla società responsabile della Torino-Lione dovrà avvenire con una decisione politica: e sarà il presidente del Consiglio Conte spiegano sia nella Lega che in M5s a metterci la faccia. «Il governo vuole scavallare le Europee senza decidere», attacca il governatore del Piemonte, Chiamparino. Ma nel Movimento 5 stelle si fa presente che la prossima Commissione europea dovrà insediarsi nel prossimo autunno. «Non possiamo fare una retromarcia sulla nostra battaglia chiave», continua a ripetere Di Maio. C'è lo stop anche all'ipotesi di un referendum: «Non è lo strumento opportuno», mette in chiaro il sindaco di Torino, Appendino. Ma Salvini chiede una svolta, anche perché nel caso di un alt alla Tav occorrerebbe un voto parlamentare per modificare il trattato internazionale e quindi la legge Obiettivo.
IL SEGNALE
La Lega vuole un segnale da dare al mondo delle imprese e degli investitori. Ed è lo stesso responsabile di via XX settembre a fissare dei paletti, su questo come su altri temi. Alitalia? «Non deve essere resa pubblica, deve trovare una soluzione di mercato». Le riserve auree di Bankitalia? «Nessuno ne può disporre, se non la banca centrale«. Tria è tranchant anche sull'ipotesi di una manovra correttiva: «È quasi una fissazione, io non la capisco. Noi siamo in una situazione tra la stagnazione e la recessione. In una situazione come quella italiana non è il momento di adottare una politica di questo tipo: non bisogna essere keynesiani per pensare che questa non è la politica che va fatta». L'aumento dell'Iva? «Una vera follia».