Dopo lo sbotto, l’accordo. Salvini e Berlusconi hanno stretto il patto per l’Abruzzo, e l’hanno fatto dopo l’altolà del ministro dell’Interno a Forza Italia, lanciato dai microfoni di “Quarta repubblica” durante il commento sul voto in Sardegna: la pazienza ha un limite, non si può litigare per un assessore in più o in meno, ogni riferimento a Forza Italia è puramente casuale, ha detto lunedì scorso il vice premier dalle reti Mediaset. Due giorni dopo l’incontro a Roma col Cavaliere.
Quattro a te e due a me: l’accordo sugli assessori della nuova giunta regionale abruzzese è questo qua. Del patto Salvini-Berlusconi hanno parlato ieri sera il coordinatore della Lega Giuseppe Bellachioma (appena nominato segretario politico della Lega Abruzzo, era già socio fondatore), e il neo governatore Marco Marsilio a Roma, in un ristorante vicino Montecitorio. E’ qui che si sposta la trattativa, Bellachioma a quanto pare ha detto stop agli incontri con la coalizione, ora la parola passa a Marsilio.
Lega e azzurri fanno piazza pulita, agli altri alleati Fratelli d’Italia e Azione politica le briciole: ma a quanto pare Marsilio non ci sta. Passi la Lega, ma i due assessori a Forza Italia non stanno in piedi. Anche se gli altri alleati non resterebbero proprio a mani vuote: Fratelli d’Italia ha il presidente e otterrebbe l’incarico di sottosegretario e Azione politica la vice presidenza del Consiglio regionale. Mentre la Lega, oltre ai 4 assessorati, vuole anche la vice presidenza della giunta e la presidenza del Consiglio regionale.
Bocciata dal neo governatore quindi la richiesta di Forza Italia, cioè i due assessorati rivendicati sommando i propri voti e quelli ottenuti dall’Udc, in una specie di matrimonio post-voto. Il Cavaliere vorrebbe garantirsi l’alleanza con l’Udc per le Europee e l’accordo in Abruzzo gli avrebbe fatto proprio comodo. In fondo, a dispetto del no a un ritorno al passato col centrodestra unito ribadito ieri da Salvini a Berlusconi, questo accordo, poi naufragato in seguito al no di Marsilio, sembrava invece la schermaglia per un nuovo fidanzamento.
Pagano con Berlusconi
Bellachioma e Marsilio ieri sera hanno quindi tentato di trovare la quadra per accontentare gli altri due alleati, uno dei quali è proprio il partito della Meloni che ha espresso il presidente.
Si comincia a parlare anche di nomi, di assessori. Salvini ha in mano i dieci curriculum degli eletti e una volta individuate le deleghe che spetteranno a Forza Italia, farà i collegamenti. Sembra inevitabile, è quello che trapela dagli ambienti romani della Lega, che Salvini chiederà la delega alla Sanità, una delle più pesanti, e la più accreditata a gestirla è Nicoletta Verì, la consigliera pescarese alla quale toccherà l’onore di presiedere il primo Consiglio regionale abruzzese, proprio per le sue esperienze professionali. Una delega scontata, dicono negli ambienti leghisti, anche a dispetto del conflitto di interessi (la Verì è la coordinatrice sanitaria di un centro privato di riabilitazione).
La Lega vuole realizzare una filiera con Roma, e quindi chiederà per l’Abruzzo le stesse deleghe che gestisce a livello nazionale come Scuola e Formazione e Agricoltura, ma tra le sue richieste c’è anche il Bilancio. E’ chiaro che questo sarà il secondo terreno di scontro con gli alleati, perché anche Forza Italia ha fatto sapere che non intende rinunciare alla Sanità: da tempo l’interesse di Mauro Febbo è concentrato sulle Asl, anche se il consigliere teatino, che è stato presidente della Commissione di vigilanza, negli ultimi tempi sta indirizzando la sua attenzione anche sui Trasporti.
Ma è chiaro che di nomi e di deleghe si parlerà solo dopo aver chiuso l’accordo sui numeri.
ps: E quando la coperta è corta, con sei soli assessorati, bisogna investire sugli strapuntini.