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Data: 01/03/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
A25, sei viadotti nel mirino. Strada dei Parchi, vertici sotto inchiesta

I vertici di Strada dei Parchi, società della Toto holding che detiene la concessione relativa alla gestione delle autostrade A24 e A25, sotto inchiesta anche a Pescara. Si indaga sulle condizioni di sicurezza e staticità dei viadotti della A25 che rientrano nel comprensorio provinciale. Sono l'ad Cesare Ramadori e il direttore Igino Lai i nomi iscritti nel fascicolo aperto dal sostituto Luca Sciarretta, che si aggiunge alle inchieste già avviate dalle procure dell'Aquila e Teramo. Il professor Bernardino Chiaia, ordinario del dipartimento di Ingegneria strutturale, edile e geotecnica al Politecnico di Torino, ha ricevuto l'incarico di stilare una relazione sullo stato delle infrastrutture. Si tratta dello stesso consulente impegnato nell'inchiesta sul disastro dell'Hotel Rigopiano.
Nei giorni scorsi, proprio su impulso del professor Chiaia, alla presenza dei carabinieri forestali e di esponenti di Strada dei Parchi, si sono svolti dei sopralluoghi presso i viadotti: sono stati esaminati due viadotti nella zona di Bussi e poi il viadotto di Popoli, quello di San Cassiano, nella zona di Alanno, il ponte di Brecciarola e il ponte sul Pescara. Non è stato compiuto alcun atto irripetibile, ma al termine delle operazioni sono stati redatti dei verbali. Parallelamente sono stati acquisiti documenti utili per le indagini presso la sede del ministero delle Infrastrutture a Roma. L'indagine è ancora in una fase conoscitiva e soltanto nei prossimi giorni, quando sarà depositata la relazione dell'esperto, gli inquirenti avranno a disposizione un quadro maggiormente definito e potranno ipotizzare in modo più accurato le eventuali responsabilità. Dal canto suo, Strada dei Parchi in una nota definisce l'inchiesta un atto dovuto e ribadisce la sicurezza delle infrastrutture.
GLI ESPOSTI
Alla base dell'inchiesta diversi esposti, tra i quali spiccano i corposi dossier presentati, tra agosto e settembre dello scorso anno, dalle associazioni Nuovo senso civico e Stazione ornitologica Abruzzese. Le segnalazioni delle associazioni hanno posto al vaglio della Procura il ruolo svolto dalla società concessionaria, evidenziando il «degrado strutturale delle pile» dei viadotti, anche attraverso un'ampia documentazione fotografica e tecnica. Le emergenze riferibili al comprensorio pescarese, sulla base dei dossier, riguardano soprattutto la rampa di entrata del casello di Bussi e la rampa di accesso al casello di Pescara ovest. Massima allerta anche su una decina di viadotti nelle zone di Cocullo, Bugnara, Pratola Peligna, Isola del Gran Sasso e Assergi.
Un altro voluminoso capitolo degli esposti chiama in causa la spesa per la manutenzione ordinaria e straordinaria dei viadotti. Sulla base di un'elaborazione dei dati del Mit le associazioni hanno evidenziato come nel Piano economico finanziario 2013-2016 fossero previsti 36 milio per la manutenzione ordinaria delle opere d'arte, comprendenti i viadotti, rispetto a una spesa effettiva di 13,5 milioni.
GLI APPALTI IN HOUSE
In sostanza, stando all'esposto, mentre Strada dei Parchi invocava interventi straordinari sui viadotti, l'investimento per la manutenzione ordinaria si riduceva, superato da quelli per altre voci, come la sicurezza (11,6 milioni preventivati e 22,5 milioni spesi) o il verde (10 milioni preventivati e 18,4 spesi). Negli esposti, inoltre, vengono messi in luce incongruenze e interrogativi anche in riferimento alla manutenzione straordinaria che, sempre sulla base dei dati del Mit, prevedeva una spesa di 108 milioni di euro, per le opere d'arte, nel periodo compreso tra il 2009 e il 2013, a fronte di una spesa effettiva che nel 2016 era ferma a 64 milioni. Infine le associazioni hanno denunciato uno sforamento della quota prevista dalla legge per gli affidamenti degli appalti, da parte della società concessionaria a società dello stesso gruppo. A tale proposito il ministero ha comminato a Strada dei Parchi una sanzione di 500mila euro, imponendo lo stop agli affidamenti diretti. Provvedimento ancora vigente dopo il ricorso della società bocciato dal Tar Lazio, ora si attende il Consiglio di Stato.

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