CHIETI Quattro assessorati alla Lega che rinuncia alla presidenza del consiglio regionale ma ad una condizione: l'assessore esterno dev'essere targato Carroccio. È la soluzione per far quadrare il cerchio sulla nuova giunta regionale che piace a Giuseppe Bellachioma. Ma complica le cose al neo governatore, Marco Marsilio, che non dice sì al leghista e convoca, per martedì prossimo, il tavolo politico risolutivo.
TUTTO DA RIFARE, QUINDI. Si riparte da zero con Marsilio che riprende vigorosamente in mano le redini della partita perché non ci sta a subire diktat da nessuno.Tutto ciò si è consumato ieri durante e, soprattutto, dopo la trasmissione di Rete8 andata in onda alle 21, condotta dal direttore Carmine Perantuono, in collaborazione con il Centro, e alla quale, oltre al segretario politico della Lega, hanno partecipato il coordinatore regionale di Forza Italia, Nazario Pagano, e il responsabile abruzzese di Fratelli d'Italia, Etel Sigismondi.
DAL CANTO SUO. Pagano in tv ha prima accettato il Lodo Bellachioma che avrebbe garantirebbe a Forza Italia un assessorato e la presidenza del Consiglio. Ma non si è sbilanciato sul nome di chi non avrà niente tra i suoi eletti, Mauro Febbo, Lorenzo Sospiri e Umberto D'Annuntiis. L'agnello sacrificale sarà deciso in una successiva riunione che terrà con gli interessati, ha precisato Pagano che però qualche ora dopo ha cambiato improvvisamente idea. Sulla scia di Marsilio, ha bocciato la proposta di Bellachioma. Che, a Rete8, ha spiegato di aver già inviato 10 curricula al leader Salvini. Ma subito dopo si è corretto: i dossier infatti sarebbero 15, cinque dei quali riferiti a chi può aspirare alla carica di assessore esterno. Ma il nome di quest'ultimo c'è già, mentre per gli altri prevarrà il criterio delle competenze e non dei voti. Anche per ciò che riguarda il peso delle deleghe, Bellachioma non concede nulla agli alleati. Vuole gli assessorati più pesanti: Sanità, Bilancio e Lavori pubblici, delega che andrebbe all'esterno, una persona di cui lui deve fidarsi ciecamente.
PASSIAMO A FDI. Sigismondi, a fine trasmissione, ha subito informato Marsilio, giocando così un ruolo chiave sulla decisione finale del presidente, dopo che in tv ha difeso a spada tratta Marsilio affermando di non prefigurarsi una Regione commissariata nei prossimi cinque anni dalla politica romana (leggi Salvini). «Le decisioni si prenderanno in Abruzzo», ha sottolineato il segretario regionale del partito del governatore.
STA DI FATTO. Le risposte dei tre in trasmissione hanno innescato anche la reazione veemente di Gianluca Zelli che, rivendicando l'assessorato esterno in base a un patto stretto con Marsilio, ha dato vita a un testa a testa politico tra Davide e Golia, Azione politica e Lega. Ma non c'è stato solo questo a determinare il rinvio della quadratura del cerchio.Il vero nodo della vicenda che fa slittare l'epilogo-giunta alla prossima settimana è il timore del governatore di finire in minoranza. E di rimanerci fino al 2024. Marsilio non ci sta. Quindi, in serata, prima di recarsi a Chieti per assistere al Falstaff in scena al Marrucino, ha sfilato le redini dalle mani di Bellachioma, informando gli alleati del centrodestra della sua decisione.
RIUNIONE DI FUOCO. Non ha sposato la causa della Lega, Marsilio, perché non vuole passare alla storia come governatore-governato. Immagina una giunta con solo tre leghisti, ridando così fiato non solo a Zelli ma anche a Pagano che, infatti, in serata è tornato a chiedere i due assessorati. Sarà quindi di fuoco la riunione di martedì. Bellachioma ha accettato di esserci, ci saranno Pagano, Zelli e Sigismondi. Con un piccolo retroscena finale che chiama in causa Silvio Berlusconi per la composizione della giunta abruzzese. Secondo i ben informati, il leader di Forza Italia avrebbe contattato il nuovo governatore per chiedergli di nominare, come assessore esterno, una persona di sua fiducia. Naturalmente non abruzzese. Ma la sua richiesta non ha trovato breccia nella giara di Marsilio.