Dall'area di risulta all'ex Cofa, passando per il mare pulito e per una città-commercio da valorizzare. Aprendo le porte a quanti vorranno confrontarsi per dare un contributo per una Pescara migliore. Uffici efficienti, «risposte in tempi rapidi e certi per licenze o permessi a costruire»; via gli abusivi dalle case popolari e lotta all'illegalità in ogni zona; riqualificazione delle periferie partendo dal sociale, cioè da azioni contro spaccio di droga e violenza piuttosto che dalle infrastrutture. Questi i pilastri di un programma «che noi del Movimento 5 Stelle scriveremo insieme con i cittadini partendo da una domanda: che tipo di città vogliamo?». Erika Alessandrini ha mostrato grinta e idee chiare presentando la sua candidatura a sindaco di Pescara. Anzi, a sindaca, come ha scritto nel manifesto elettorale. «Me lo avessero detto cinque anni fa, non ci avrei creduto». Al suo fianco, ieri all'Aurum, il senatore Primo Di Nicola, i deputati Andrea Colletti e Daniela Torto, i consiglieri regionali Barbara Stella e Domenico Pettinari. Assente giustificata la capogruppo consiliare Enrica Sabatini, responsabile di Rousseau, impegnata a Bari.
LO STRAPPO
Assente e dissidente l'altro consigliere comunale, Massimiliano Di Pillo, che in cinque anni ha fatto gruppo a sé e che venerdì ha spaccato il fronte, annunciando un'altra lista in corsa per le amministrative in Comune e sottoposta a suo dire alla valutazione della base M5S attraverso la piattaforma sul web. «La squadra al servizio dei cittadini è pronta, la lista è stata certificata, il discorso è chiuso» ha ribattuto la Alessandrini. Così non fosse, se cioè la sortita di Di Pillo avesse un qualche fondamento, allora le conseguenze sarebbero devastanti.
MEGLIO DI COPENAGHEN
«Vedo una città smart che, nella prospettiva della Nuova Pescara, dovrà essere capace di competere con Copenaghen», questa la visione imaginifica ed europeista della Alessandrini riguardo al capoluogo adriatico oggi «avvizzito», per dirla con il deputato Andrea Colletti. Proprio la concomitanza con le elezioni europee - terra di buon raccolto per i cinquestelle - potrebbe dare una forte spinta propulsiva al voto per il Comune e la Alessandrini ne è consapevole: «E' quanto ci aspettiamo» ha detto la candidata sindaco prima di sfoderare le unghie e aggredire il nemico sui temi dell'urbanistica e dell'edilizia per cui ha più combattuto in questi 5 anni in Consiglio.
IL CASO PESCARAPORTO
«La città che si trasforma è il tema di queste elezioni: sull'area di risulta sentiamo parlare da 30 anni di parco, parcheggio e teatro, mai uno sguardo diverso» ha detto annunciando le 4500 osservazioni e bocciando i 52 milioni di spesa. «Avremo un masterplan per una Pescara da vivere in sicurezza in centro e in periferia». Al grido di «basta privilegi» si è parlato di Pescaraporto, «sul quale abbiamo fatto un lavoro grandissimo» ha detto Erika citando la magistratura: «Impensabile trasformare quelle volumetrie da albergo a uffici e infine ad abitazioni». Più nette e incisive le parole del senatore Di Nicola: «Pescara merita di più perché ha potenzialità enormi, ma si combinerà solo se i cittadini saranno pienamente coinvolti» ha detto parlando di «sistema di potere» e di «interessi che bloccano la crescita di Pescara». Sistema «che va cambiato alla radice».