L'AQUILA La nuova giunta regionale è cosa fatta. L'ufficialità di nomi e deleghe dovrebbe arrivare nella giornata di oggi, anche se c'è un mini-giallo legato a una conferenza stampa annunciata dal neo governatore Marco Marsilio e poi non convocata. L'intesa politica è stata raggiunta ieri, dopo 23 giorni di comprensibili fibrillazioni tra alleati. E se per la Lega si può parlare di un successo annunciato, con l'obiettivo di quattro assessori dichiarato e portato a casa, forse il vincitore a sorpresa di questa trattativa, oltre ovviamente a Marsilio, è Nazario Pagano, il coordinatore regionale di Forza Italia che con una pattuglia di tre consiglieri eletti (più la vituperata centrista Marianna Scoccia) è riuscito a strappare tre postazioni di rilievo: una in giunta, la presidenza del Consiglio e il sottosegretario alla Presidenza che potrebbe divenire surrogabile, aprendo la strada a un ulteriore ingresso azzurro nell'assise. Di certo c'è un deluso: Gianluca Zelli di Azione Politica, che era convinto di avere in tasca una delega esterna e che invece ieri, una volta capita l'aria, ha abbandonato anzitempo il vertice convocato per le 10 a palazzo Silone e terminato poco prima delle 14. Alle 12.20 Zelli si è infilato in auto, senza commenti, annunciando per oggi una conferenza stampa per sancire, probabilmente, un clamoroso strappo, a meno che le diplomazie, prontamente messesi in azione, non riescano a ricondurlo a più miti riflessioni. Al suo movimento Marsilio ha destinato quella che ha definito «una posizione di assoluto riguardo all'interno dell'ufficio di presidenza del Consiglio regionale», ovvero la vice presidenza. Basterà per evitare la prima mini-crisi?
Ieri Marsilio ha messo attorno al tavolo gli alleati al sesto piano di palazzo Silone, nei suoi uffici di presidenza. C'erano Giuseppe Bellachioma e Luigi D'Eramo per la Lega, Nazario Pagano di Forza Italia, Etel Sigismondi per Fratelli d'Italia e Gianluca Zelli per Azione Politica. Un summit che aveva necessariamente il crisma della decisività per evitare il protrarsi di una dannosa impasse. La discussione è cominciata poco dopo le 10. Alle 12.20 Zelli è sceso in solitaria dal sesto piano ed è andato via. Il braccio di ferro con la Lega sull'assessore esterno, vinto dal Carroccio, ha escluso automaticamente Azione Politica, che non aveva l'obiettivo di inserire l'unico eletto, Roberto Santangelo. E, contemporaneamente, ha spalancato le porte dell'Esecutivo a Fratelli d'Italia.
I NOMI
Pur se in attesa di ufficialità, il quadro dei nomi appare piuttosto delineato. Sul fronte Lega Emanuele Imprudente sarà il vice presidente della giunta, forte del roboante successo elettorale. A lui andrà certamente la delega all'Agricoltura, che potrebbe non essere la sola. Il Carroccio punterà poi su Nicoletta Verì, eletta a Pescara, per la sanità; su Nicola Campitelli, primo nel collegio di Chieti, per l'Urbanistica. Fin qui gli interni. Per quanto riguarda l'esterno, il favoritissimo è Piero Fioretti, coordinatore teramano, a cui andrà la delega sulle politiche del Lavoro. Esiste anche una corrente di pensiero che porta a Gianfranco Giuliante, che vanterebbe un accordo romano. Sugli altri fronti Forza Italia ieri ha riunito gli eletti a Roma, dove Pagano si è recato per i lavori dell'aula. Tra gli azzurri ballottaggio tra Mauro Febbo (accreditato assessore con la delega ad Attività produttive e Turismo) e Lorenzo Sospiri (forse presidente dell'assise), mentre Umberto D'Annuntiis sarà il sottosegretario con delega a Infrastrutture e trasporti. Guido Liris, FdI, si occuperà del bilancio. In consiglio con questo quadro entreranno Antonietta La Porta, Luca De Renzis e Manuele Marcovecchio (Lega); Marina Febo (Forza Italia); Mario Quaglieri (FdI).