Rovescia il tavolo. E spara a zero contro Marco Marsilio.
“Lui è davvero l’ultima persona che può cambiare questa regione. Non solo abbiamo dovuto accettare supinamente un candidato indicato da Roma, ma dobbiamo anche far pagare all’Abruzzo questioni accadute in Friuli o in Molise”.
E’ il giorno dopo l’estromissione dalla giunta e Gianluca Zelli, fino a ieri leader di Azione politica, si dimette da coordinatore regionale annunciando fuoco e fiamme. Non si sa se farà opposizione, anche perché in Consiglio regionale non è stato eletto lui ma il consigliere Roberto Santangelo che appare più mite e autonomo (e nel caso sarebbe un bel guaio per Marsilio) ma sicuramente fa rivelazioni nella conferenza stampa di ieri mattina piuttosto imbarazzanti.
“Ho incontrato Marco Marsilio e Pierluigi Biondi a Stiffe – racconta Zelli – per discutere di programmi e rappresentanza: dell’istituzione di un nuovo assessorato regionale multidisciplinare allo Sviluppo economico, di riforma della sanità e manutenzione e potenziamento delle infrastrutture stradali. In quell’occasione abbiamo chiesto una rappresentanza esterna nella Giunta che potesse bilanciare l’elezione di un singolo consigliere, così da equilibrare costa-aree interne. Questo accordo è stato ribadito in campagna elettorale e dallo stesso presidente Marsilio martedì 12 febbraio nella sede della mia azienda”,
sottolinea ancora Zelli.
“Da quel giorno non ho più sentito o visto Marsilio. A garantire l’accordo programmatico, su specifica richiesta di Marsilio, Pierluigi Biondi e Angelo D’Ottavio. Ho rivisto Marco il giorno del passaggio di testimone con Giovanni Lolli, quando ci siamo confermati quello che ci eravamo detti. Ieri mattina – aggiunge il fondatore di AzP – siamo stati vittime di un’imboscata: l’accordo era stato già raggiunto da Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia. Nel corso dell’incontro, nonostante il palese passo indietro della Lega che avrebbe rinunciato all’assessorato esterno – a due condizioni: avere quattro assessori e che l’esterno fossi io (e specifico che nessuno mai ha chiesto un esterno per me, ma per Azione Politica) – e nonostante Forza Italia si fosse resa disponibile a valutare l’assessore e la presidenza del Consiglio, Marsilio ha deciso di chiudere la conversazione assegnando quattro assessori alla Lega, uno a Forza Italia e uno a Fratelli d’Italia. Alla richiesta di spiegazione – e tengo a precisare che tutti i partiti seduti al tavolo sono venuti a conoscenza dell’accordo tra AzP e Marsilio solo negli ultimi dieci giorni di campagna – Marsilio ha risposto che, nelle altre Regioni, FdI era stata penalizzata e che in Abruzzo avrebbe potuto rivalersi, rilanciando persino con il sottosegretario a Forza Italia”.
Insomma, un tradimento bello e buono. Il colpevole, ribadisce Zelli, è solo e soltanto Marsilio che prima gli ha promesso una cosa e poi si è rimangiato la parola data.
Ma c’è di più: Marsilio ha tentato di ricucire lo strappo, per tenersi buoni Zelli e Azione politica. Ecco cosa ha fatto, secondo il racconto dell’imprenditore:
“A quel punto, visto che la discussione si sarebbe spostata sull’assegnazione delle deleghe, e non avendo AzP parola in Giunta, ho deciso di andare via, senza intenti polemici – racconta Zelli a proposito del vertice di maggioranza per la distribuzione degli assessorati – Ne ho preso atto, fino al momento in cui, ieri sera, addirittura, il “corretto” presidente ha telefonato al consigliere regionale Santangelo per offrire direttamente a lui la vicepresidenza del Consiglio. Santangelo ha fatto presente che la linea l’avrei dettata io, in qualità di coordinatore del movimento. Così ho ricevuto, ormai a giochi fatti, una chiamata e una proposta dal presidente che ho rifiutato”.
Insomma, Marsilio ha provato a portare dalla sua parte Santangelo, offrendo direttamente a lui il contentino, che tanto contentino non è. Santangelo correttamente ha rifiutato, almeno fino a questo momento, e solo a quel punto il presidente della Regione Abruzzo ha provato con Zelli. Prendendosi la porta in faccia.
“Non sono più disposto a trattare con questi individui: da qui le mie dimissioni – conclude Zelli – Non abbiamo bisogno di poltrone e non sono d’accordo sull’ipotesi di allargamento della Giunta, anche perché in questo momento è l’ultimo dei problemi”.
Angelo D’Ottavio è stato nominato commissario di Azione Politica. E ieri sera lui con Santangelo hanno deciso la linea da tenere in Consiglio regionale: a quanto pare, guerra aperta.