L'AQUILA - "L'assessore alla mobilità, avvocato Carla Mannetti, rimprovera alla mia amministrazione di non aver recuperato in 10 anni il debito di un milione e mezzo della M&P. Le sarà forse sfuggito, perchè lavorava a Pescara nello staff del Presidente Luciano D'Alfonso, che dopo il sisma la M&P di fatto non ha più lavorato, anche alla luce di un atto comunale che ne sospendeva l'attività. C'era stato un piccolo terremoto, era danneggiato il parcheggio e non c'era più il centro storico. Mannetti non se ne è forse pienamente accorta".
A dichiararlo l'ex sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, in replica all'assessore comunale Mannetti, relativamente al pacheggio coperto di Collemaggio, e alla sua difficile gestione da parte della società M&P, per la quale si è avviato l'iter di risoluzione del contratto.
"Non sono interessato a polemizzare, - incalza Cialente - ma vorrei, per il futuro del centro sorico, che il problema del megaparcheggio, e dei parcheggi, si avviasse a soluzione. Nonostante ciò, con il vice sindaco Nicola Trifuoggi avevamo trovato una soluzione anche per riavere questo milione e mezzo. La domanda che rivolgo all'assessore, che spero le venga rivolta in consiglio comunale, è la seguente: ella afferma di voler ripristinare il tapis roulant, ebbene, da dove pensa e come di ricavare i 10.000 euro al mese per farlo fuzionare? Ce li metterà l'Ama? E dove li prenderebbe questi soldi?".
"E' falso che noi avessimo previsto tutti parcheggi a pagamento in centro storico. Chi vuole, cominciando dall'Assessore, puo verificare le delibere di giunta 471 del 2016 e 179 del 2017. La verità è che il centrodestra, a fini elettorali, cavalcò una protesta di pochi. Oggi non sa come uscirne. Mi spiace insistere, ma il problema parcheggi è uno degli aspetti fondamentali per la rinascita del centro storico. Si dice che gli uffici di via Avezzano potrebbero andare all'ex INPS Provinciale: bene. Ma con quali parcheggi? Servono i 625 di Collemaggio. Così come, assolutamente serve l'ascensore su viale Rendina, che non capisco perché fermo, essendo stato finanziato grazie al lavoro di Pietro Di Stefano e Giuseppe Di Pangrazio".