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Data: 12/03/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tav, avanti con i bandi ma è muro contro muro. Il Cda di Telt all’unanimità dà l’ok agli avvisi di gara per 2,3 miliardi. Chiamparino: oggi richiesta formale per il referendum con le Europee

PARIGI La Tav non si sa, ma i bandi per costruire il tunnel, quelli sono partiti. Con qualche mese di ritardo, ma secondo l'abituale procedura francese per i bandi. Il Cda di Telt, la società mista Italia-Francia che gestisce i lavori della Lione-Torino, ha dato il via ieri all'unanimità alla pubblicazione degli avis aux marchés, (o avvisi di appalto pubblico alla concorrenza) che tra oggi o domani figureranno sulla gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, il Joue, e che inaugurano appunto l'iter di appalto per i bandi di opere pubbliche.
FACOLTÀ DI RIPENSARCI
L'unica traccia dei tormenti del governo italiano si trova nella nota che Telt ha diffuso al termine delle quattro ore di Consiglio d'amministrazione (in videoconferenza Roma-Parigi): gli avvisi si legge «contengono l'esplicitazione della facoltà di interrompere senza obblighi e oneri la procedura in ogni sua fase». La facoltà è resa esplicita nella nota, ma era comunque implicita nella procedura, visto che i bandi per le candidature possono essere revocati in ogni momento, «senza obblighi né costi» come ricorda la nota di Telt. Per ora, dunque, avanti come previsto, anche se con un po' di ritardo, ma comunque senza perdere i fondi europei: sono partiti gli avvisi per la realizzazione dei lavori principali nel tunnel, come previsto quelli nella più lunga tratta francese, articolati in tre lotti per un valore complessivo di 2,3 miliardi di euro. Le imprese avranno tempo fino a metà giugno per presentare le loro candidature. Telt aveva già proposto a novembre all'Italia - per voce dei due presidenti Hubert de Mesnil e Mario Virano - di «lanciare la procedura per il bando delle candidature delle imprese, una fase che dura circa sei mesi e non arreca pregiudizio a eventuali nuovi orientamenti». I sei mesi sarebbero però allora scaduti prima delle Europee, e il governo italiano ha preferito temporeggiare.
La ministra dei Trasporti francese Elisabeth Borne ha salutato ieri «le decisioni del Cda di Telt, che costituiscono una tappa positiva nell'interesse del progetto Lione-Torino». La ministra sottolinea come il lancio dei bandi consenta nello stesso tempo «di far avanzare il progetto, di preservare i fondi europei e di rispettare il tempo di riflessione auspicato dal governo italiano». Insomma, dovrebbero essere tutti contenti. E invece in italia si continua a litigare su chi è il vincitore e chi è il vinto, se il Sì Tav Salvini o il No Tav Di Maio.
OSSESSIONE
Salvini ha sdrammatizzato dicendo che la Tav «è solo una delle opere pubbliche e che sono trecento i cantieri da riaprire». I portavoce 5Stelle delle commissioni Attività Produttive e Trasporti cantano vittoria perché «siamo riusciti a ottenere un rinvio senza alcuna penale per l'Italia». Il premier Conte, da parte sua, una volta salvati i bandi e la possibilità di ritirarli, preferirebbe parlare d'altro e ieri ha denunciato una vera e propria «ossessione» sulla Tav, in particolare da parte della stampa. Da Torino, il presidente della Regione non intende però mollare: «Il Piemonte non ci sta a farsi prendere in giro da Conte-Salvini-Di Maio», ha detto Chiamparino, e annuncia per oggi la formalizzazione della «richiesta al ministero degli Interni di poter tenere il referendum sul blocco della Tav con le elezioni del 26 maggio». Pressioni anche da Confindustria che annuncia battaglia contro le «fake news» e parla di analisi costi-benefici iadeguata. Da Bruxelles, anche il commissario agli affari economici Pierre Moscovici è tornato sulla questione: «Dire che questo progetto è negativo è un errore, è un grande progetto strutturale, importante per la Ue, la Francia e l'Italia, motivo per cui sono stati decisi importanti finanziamenti europee».

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