L'AQUILA Papà Marsilio, Luigi, abbraccia il figlio, nella pausa di metà seduta, e si rimette in auto, direzione Tocco da Casauria. Il tempo di una foto di famiglia, con il governatore e la moglie Stefania: «Poi mandatemela», dice. E' l'immagine-simbolo di una prima che assomiglia molto a una galà, vista la schiera di autorità, amici, parenti, simpatizzanti, portaborse, che affolla un'aula di colpo troppo piccola. I giornalisti accreditati sono oltre sessanta e sono stipati alle spalle di ex presidenti (ma non D'Alfonso), prefetti, parlamentari, sindaci, militari, rettori, presidenti di associazioni di categoria e istituti di ricerca, amministratori vari. C'è anche il cardinale Giuseppe Petrocchi ad osservare con occhi attenti questa prima seduta.
L'aula è addobbata a festa, con due vistosi mazzi floreali a cingere gli scranni presidenziali e quelli della giunta. Tra i primi ad arrivare c'è il veterano Mauro Febbo che vigorosamente abbraccia e stringe mani. Alla spicciolata entrano gli altri consiglieri. La prima variazione di rilievo riguarda la nutrita pattuglia Cinque Stelle, costretta a cambiare ala rispetto alla precedente legislatura: ora sono alla sinistra del governatore, nei posti che furono, tra gli altri, del fedelissimo dalfonsiano Di Nicola e del dissidente Olivieri. A proposito di dissidenti o presunti tali: in una pausa si materializza Andrea Gerosolimo, ex spina nel fianco di D'Alfonso e ora al centro del caso che ha riguardato la moglie Marianna Scoccia, inserita in extremis nella lista centrista nonostante il niet degli alleati ed eletta con un boom di voti. C'è chi prova a intervistarlo, ma lui si tira fuori: «Non c'entro più nulla». Ma a chi lo cerca andando a caccia delle poche schede bianche nella votazione su Sospiri replica: «No, no. Non siamo noi. Noi stiamo buoni e tranquilli ora». Saldamente in maggioranza, come conferma la diretta interessata, Marianna Scoccia: «Voterò i provvedimenti che la maggioranza porterà all'attenzione di questa assemblea, ma allo stesso tempo sarò sentinella implacabile delle aree interne».
In attesa di capire se Azione Politica romperà con il suo consigliere Roberto Santangelo («Faremo da pontieri per riportare tutta Azione politica dentro la maggioranza»), eletto vice presidente e organico al centrodestra nonostante l'esclusione di Gianluca Zelli dalla giunta, Marsilio chiarisce urbi et orbi che non ci sono nodi politici da sciogliere: «La maggioranza non solo c'è, ma è anche molto ampia». Il governatore assiste in solitudine alla prima parte di seduta, finché non chiama accanto a sé gli assessori per snocciolare gli elementi cardine del programma. L'assise, come da regolamento, ne prende semplicemente atto: il dibattito si terrà nel prossimo consiglio, insieme alle surroghe che daranno l'assetto definitivo. I Cinque Stelle chiudono con un selfie di gruppo: uniti nella foto, meno, forse, nel voto. Ma siamo solo all'inizio.