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Data: 13/03/2019
Testata giornalistica: Mapero'
La seduta in pillole

La scena più bella è quando, a Consiglio regionale non ancora iniziato, Marco Marsilio è seduto da solo al suo posto, gli assessori non possono affiancarlo perché sono ancora vestiti da consiglieri e in sala c’è ancora una discreta confusione: nella navata si fa strada un signore anziano col bastone che si ferma davanti al presidente e gli dà due schiaffetti affettuosi sulla guancia. E’ papà Marsilio, quello che nello spot elettorale in dialetto gli diceva: “Ma quell dice che tu nun sci abruzzes” e il figlio rispondeva, in madrelingua: “Chesci fregate, pure tu ti ci mitt? Lasciando a tutti il dubbio che non fosse il padre ma un attore scelto per l’occasione. Ieri a quanto pare la conferma: era proprio il padre.

La moglie di Marco Marsilio, in tailleur pantalone grigio chiaro, non lo lascia mai (forse memore della cattiva fama che si sono fatti, ingiustamente, alcuni predecessori), e ieri era presente anche in Consiglio regionale, corteggiatissima da tutti i portaborse.

La mamma è sempre la mamma e il neo assessore Guido Quintino Liris se l’è portata in Consiglio regionale ad applaudirlo. Solo che a un certo punto è rimasta in piedi, senza la sedia assegnata. “Io sono la mamma dell’assessore”, ha detto lei tutta risentita. E guai, un usciere si è precipitato a soccorrerla. Trovato il posto per mamma Liris.

I Pentastellati, alla fine del Consiglio, felici come una Pasqua, si fanno il selfie di rito: davanti Sara Marcozzi con in pugno il telefonino, dietro tutti gli altri. Un selfie che ricorda tanto quello scattato dopo la prima riunione post-elezioni, quella che doveva servire per fare l’analisi del voto e finì invece a tarallucci e vino. Blindatissimi i penta stellati, come militari pronti a partire per le terre di conquista: se gli chiedi chi di loro ha votato contro la nomina di Sospiri, rispondono terrorizzati che parla solo il capogruppo. Trasparenza a fasi alterne.

Ieri in Consiglio il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi era il più intervistato di tutti: più dello stesso Marsilio. Significherà qualcosa.

Giovanni Legnini, dopo l’elezione di Sospiri, ha attraversato la navata ed è andato a stringere la mano ai consiglieri di maggioranza, uno per uno. Segno di umiltà. E’ stato l’unico poi, durante tutte e tre le votazioni, ad alzarsi ogni volta per mettere direttamente la scheda nell’urna: tutti gli altri alla fine, presi dalla pigrizia, l’hanno consegnata direttamente ai commessi.
A colloquio con la Scoccia, segnali di distensione

Durante il Consiglio, i fotografi hanno immortalato un colloquio molto fitto e amichevole tra Marianna Scoccia, moglie di Gerosolimo in quota Udc messa in purgatorio per essersi ficcata in lista col veto del centrodestra, e Marsilio. Se son rose fioriranno.

A proposito di rose: ai lati dei banchi, due cestino di fiori, pieni di gladioli e bocche di leone. Un allestimento da veglia funebre più che da cerimonia di insediamento.
Una faccia da Quaresima(le)

Il più elegante di tutti (gli uomini)Guerino Testa, in doppiopetto grigio chiaro, il più buio in faccia Pietro Quaresimale, nomen omen in questo caso, causa mancata nomina ad assessore. Un’ingiustizia che ha fatto gridare allo scandalo tutta Teramo.
Le dimissioni date due volte

Le bugie hanno le gambe corte. All’inizio del suo discorso Marco Marsilio annuncia, con molta enfasi, che ieri mattina ha presentato le dimissioni da senatore. Ma non aveva detto di averle presentate già in campagna elettorale, addirittura prima della sua designazione ufficiale? Evidentemente, ha la memoria corta.

“Quest’aula non è mai stata e non sarà mai una cloaca, ma diventerà un modello per i giovani abruzzesi”, dice il neo presidente, nel suo discorso di insediamento. Una cloaca, dice proprio così. Si riferisce, Sospiri, a un termine usato dal movimento 5 stelle nella passata legislatura: ma se la poteva evitare lo stesso. Questione di stile.

Per i giornalisti, all’ingresso, è a disposizione una cartella stampa, dentro ci sono i nomi di tutti i presidenti del Consiglio che si sono succeduti in Abruzzo: in fondo alla lista, c’è anche quello di Lorenzo Sospiri. Peccato non sia stato ancora eletto. Insomma, alla Regione si sono portati avanti col lavoro: lui non è ancora presidente, ma lo sarà, quindi è inutile fare tante storie.

Prende la parola Sara Marcozzi, candidata presidente sconfitta dei Cinquestelle, che si sono piazzati terzi. “Noi siamo la prima forza politica di opposizione” e poi aggiunge “siamo più numerosi rispetto alla scorsa legislatura”. Ecco, solo l’ultimo passaggio è vero. Il fatto che abbiano un consigliere in più rispetto al centrosinistra, nonostante si siano piazzati terzi, è solo per effetto di una stortura della legge elettorale e niente più.

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