La risposta del sottosegretario alla ricostruzione, Vito Crimi, non si è fatta attendere: «Accolgo con dispiacere la notizia delle dimissioni del sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi. Ma lo invito a non scaricare sul governo responsabilità che non ci appartengono. Proprio ieri (mercoledì, ndr) ho personalmente garantito che la prossima settimana sarà varato il Decreto sisma, il quale prevede un finanziamento di 10 milioni di euro a copertura delle minori entrate del Comune aquilano. Spero che la scelta del sindaco non sia una scusa per nascondere i problemi di maggioranza interna all'amministrazione locale», ha dichiarato il sottosegretario Crimi. «Una vergogna», vengono definite le dimissioni di Biondi, da parte dell’opposizione. «Non ha speso una parola sul lavoro che non c’è e sui giovani che vanno via dall’Aquila», ha detto Angelo Mancini, consigliere del monogruppo L’Aquila Sicurezza Lavoro, che ha assistito alla “comunicazione” delle dimissioni del sindaco a Palazzo Fibbioni. Così come di «dimissioni false» parla Articolo 1. «Fossero vere», afferma Giustino Masciocco, «le dimissioni di Biondi sarebbero il primo gesto compiuto dal sindaco nel reale interesse della città, ormai paralizzata dalla sua incapacità politica e amministrativa. Purtroppo, però, queste dimissioni vere non sono, e rappresentano solamente l'ennesimo capitolo della vergognosa lotta di potere che la destra combatte sulla pelle dei cittadini aquilani, dal giorno delle elezioni comunali. Neanche l'approssimarsi del decennale della tragedia del 6 Aprile riesce a trasmettere al primo cittadino e alla sua maggioranza un minimo di senso di responsabilità e di pudore. È sempre più chiaro che L'Aquila per loro ha rappresentato e rappresenta soltanto un trampolino di lancio da utilizzare per strappare incarichi e conquistare altre postazioni, più di prestigio e soprattutto meglio retribuite. Un tutti contro tutti, in cui l'ultima cosa che interessa è amministrare la città». Anche Lelio De Santis (Idv), parla di «un atto politico comprensibile, ma più per tacitare le divisioni nella maggioranza di centrodestra, che per ottenere i 10 milioni per il Bilancio».