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Data: 16/03/2019
Testata giornalistica: Il Centro
L’opposizione: Biondi, finte dimissioni. Ma la minoranza è divisa, la lista di Di Benedetto e la consigliera Vicini disertano la conferenza stampa

L’opposizione non fa sconti a Pierluigi Biondi. Dal Pd alla Coalizione sociale, nessuno crede che le dimissioni del sindaco siano un gesto sacrificale fatto per tutelare gli interessi della città e ottenere gli ormai famosi 10 milioni chiesti al governo per poter approvare il bilancio di previsione. L’atto del sindaco, dicono i consiglieri, è solo un colpo a effetto, un «patetico» tentativo di rimettere in riga i riottosi alleati. Ma anziché serrare i ranghi e presentarsi in assetto unitario, la minoranza va in ordine sparso.
DIVISI ALLA META. Alla conferenza stampa convocata per commentare gli eventi delle ultime 48 ore, hanno partecipato Stefano Albano e Stefano Palumbo (Pd), Giustino Masciocco (Articolo 1), Carla Cimoroni (Coalizione sociale), Angelo Mancini (L’Aquila Sicurezza Lavoro) e Lelio De Santis (Idv/Cambiare insieme). Assenti il Passo Possibile e la consigliera del gruppo Socialisti e Democratici Elisabetta Vicini. E nessuno, per ora, chiede apertamente che si torni al voto.
PALUMBO E IL DECENNALE. «La questione del bilancio», ha affermato il capogruppo Pd Stefano Palumbo, «l’avevamo sollevata a più riprese, già a novembre e poi di nuovo febbraio, e sempre Biondi ci ha risposto che aveva avuto rassicurazioni dal governo sul fatto che quei soldi sarebbero arrivati. La sua solitudine in conferenza stampa è stata la rappresentazione plastica di un sindaco che ormai non si sa più chi rappresenti e in nome di chi parli. Questi due anni sono stati fallimentari da tutti i punti di vista e ora Biondi prova a scappare dalle proprie responsabilità buttando la palla in tribuna. Tutto ciò alla vigilia del decennale, che oltre che un momento di commemorazione dovrebbe essere anche un’occasione per pianificare e immaginare la città del futuro. Invece si stanno distribuendo solo fondi a pioggia come oppio per dire che tutto va bene».
IL PETTINE DI ALBANO. «I nodi sono venuti al pettine», ha rincarato la dose Stefano Albano, segretario comunale e consigliere del Pd. «Biondi dimostra che ha una maggioranza e una giunta concentrate solo sulle carriere personali dei singoli e non sulla missione di governare la città. Le sue dimissioni sono solo un patetico tentativo di uscire dall’angolo in cui si è cacciato».
MASCIOCCO: BIONDI CARNEFICE. «Biondi, in questa storia, non è la vittima, ma il carnefice», ha attaccato Giustino Masciocco, capogruppo di Articolo 1. «La verità è che nel centrodestra sono divisi per bande, mancano solo i passamontagna. Sono ladri politici, rubano le speranze della città. Del resto, se un mese prima delle elezioni c’erano 5 candidati sindaco di centrodestra perché tutti si odiavano tra di loro, non è che la vittoria li abbia riappacificati».
CIMORONI: NON C’È RISPETTO. «Sono due anni che andiamo avanti con consigli comunali e commissioni disertate da consiglieri, assessori e anche dal sindaco », ha dichiarato Carla Cimoroni della Coalizione sociale. «Tutto ciò è segno di una mancanza di rispetto per la città e di non disponibilità al confronto ».
MANCINI: SPARTIZIONI. «Nella conferenza stampa in cui ha comunicato le sue dimissioni», ha attaccato Angelo Mancini, «Biondi ha elencato quelli che, secondo lui, sono i risultati ottenuti in questi due anni, a cominciare dalla riforma delle partecipate. Ma quale riforma? C’è stata solo la solita spartizione di posti nei cda, si è arrivati persino a nominare i familiari dei consiglieri di maggioranza».
LE ASSENZE. Pur non calcando troppo la mano sull’esistenza di spaccature, gli assenti alla conferenza motivano la defezione parlando di mancata condivisione di una linea politica da adottare: «Non abbiamo partecipato perché prima volevamo fare un passaggio interno, discutendo tra di noi», dice il capogruppo del Passo Possibile Paolo Romano. Ieri, nella sede di via Verdi, si è riunito il direttivo della lista che ha invitato in sostanza Biondi a scongiurare il commissariamento. «Prima di convocare la conferenza stampa», spiega Elisabetta Vicini, «avrei preferito che venisse concordata una linea politica da adottare, visto che è un momento molto delicato per la città».

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