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Pescara, 23/07/2024
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Data: 19/03/2019
Testata giornalistica: Il Centro
Crolla del 40% il numero dei viaggiatori. La Filt Cgil lancia l'allarme: «Tagli ai servizi, rete da Medioevo, convogli vecchi e aumenti tariffari. Serva una svolta» (l'articolo in pdf)

PESCARA «Pesanti tagli ai servizi, una rete ferroviaria da Medioevo, convogli vetusti, continue inefficienze e, come se non bastasse, aumenti tariffari. Inevitabile il crollo dell'utenza». È il quadro dipinto dalla Filt Cgil sullo stato dei trasporti ferroviari in Abruzzo, regione nella quale si registra il 39,9% di viaggiatori in meno rispetto al 2011, a fronte di tagli ai servizi pari al 9,6% e un aumento delle tariffe che sfiora la soglia del 25%. Tutto questo avviene nonostante l'elettrificazione della rete abbia raggiunto il 70%, e in presenza di materiale rotabile "vecchio" di 17,7 anni (a fronte della media italiana di 15,4). In Abruzzo l'82% delle tratte è a binario unico (il 57% la media italiana); questo significa che solo 123 chilometri su 676 sono a binario doppio. Come rivela Pendolaria 2018 di Legambiente, inoltre, la tratta Pescara-Roma è fra le dieci peggiori d'Italia.
L'ALLARME. A stimolare il dibattito, e a sottolineare la necessità di investimenti nel settore, sono Carmine Ranieri e Franco Rolandi, rispettivamente, segretario generale della Cgil Abruzzo e Molise e segretario della Filt, la categoria che rappresenta gli addetti al trasporto pubblico.
LE CRITICHE. «Impietoso davvero», dicono Ranieri e Rolandi, «il dato dell'Abruzzo che con il 39,9% di viaggiatori in meno, è passato dai 23.530 viaggiatori giornalieri del 2011 ai 14.140 del 2017, collocandosi addirittura al primo posto tra le regioni che hanno perso in assoluto utenza e viaggiatori. L'Abruzzo con un -9,6% si colloca sempre ai primi posti di questa classifica davvero poco nobile. Fa davvero riflettere che in questa stessa regione nella quale si registrano sensibili tagli ai servizi e all'offerta nonché cali dei viaggiatori, si registrino anche paradossali aumenti tariffari del 25,4 %».
LE RISORSE. Un altro dato estremamente significativo, secondo i due sindacalisti, è rappresentato dagli stanziamenti garantiti dalla Regione attraverso i contratti di servizio e che si vanno a sommare alle risorse derivanti dai trasferimenti dello Stato. «Nel 2017», spiegano Ranieri e Rolandi, « la spesa sostenuta per il servizio ferroviario regionale rapportata al bilancio regionale è stata pari allo 0,24% per l'Abruzzo. Anche in questa circostanza, la regione, insieme al Molise, si colloca agli ultimi posti considerando che vi sono Regioni che arrivano a stanziare importi in grado di superare anche l'1% del bilancio regionale».
L'AUTONOMIA. A impensierire, in questa situazione, è l'autonomia differenziata che sta iniziando l'iter parlamentare. «È del tutto evidente che il governatore abruzzese, Marco Marsilio, e quello molisano, Donato Toma, accomunati dallo stesso pesante deficit di competitività infrastrutturale rispetto al resto del Paese, debbano mettere insieme le loro comuni e sacrosante ragioni per rivendicare quei principi fondamentali sanciti dalla nostra Costituzione in base ai quali i cittadini di questo Paese dovrebbero potere disporre in egual misura di alcuni diritti fondamentali, a prescindere da dove gli stessi cittadini nascano o siano residenti».
L'APPELLO. La Filt Cgil e la Cgil Abruzzo Molise sono state a manifestare la scorsa settimana a Roma insieme ai sindacati dell'edilizia «per chiedere con forza che in questo Paese, a partire dal Mezzogiorno, si riattivino quelle politiche industriali in grado di sbloccare i cantieri e riattivare gli investimenti. Ed è ciò che chiediamo anche alle due amministrazioni regionali», concludono Ranieri e Rolandi, «che rappresentano identità nelle quali persistono forti e insostenibili disuguaglianze nella fruizione dei servizi pubblici, e dei diritti fondamentali per i cittadini».

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