Il contratto di Tullio Tonelli alla presidenza della Tua, la società dei trasporti abruzzese, è nullo. Lo ha stabilito l’Autorità anticorruzione con una delibera del 27 febbraio scorso: non poteva e non doveva essere nominato presidente della Tua e la responsabilità di quella nomina ricade sull’ex presidente della Regione Luciano D’Alfonso.
Tonelli e D’Alfonso
Una nomina “inconferibile”: la contestazione dell’Anac deve essere diretta a tutti i responsabili che, “alla data del conferimento dell’incarico, erano componenti dell’organo referente, inclusi i componenti medio tempore cessati dalla carica”. Ma la Regione Abruzzo è socio unico di Tua e la responsabilità di cui parla l’Autorità anticorruzione è esclusivamente dell’ex governatore D’Alfonso che propose il nome di Tonelli all’assemblea. Addirittura sembra manchi un atto deliberativo: cioè l’ex governatore non propose mai il nome di Tonelli alla giunta regionale, ma fu solo e soltanto una sua idea, condivisa col sottosegretario ai Trasporti dell’epoca, Camillo D’Alessandro.
Ed è all’ex governatore quindi che è diretta la sanzione, anche se in in questo caso non avrà effetti tangibili: non potrà conferire incarichi di natura amministrativa per tre mesi ma visto che nel frattempo è stato eletto senatore, poco gliene importerà.
Insomma, uno schiaffo pesante, una messa in mora a tutto tondo alla passata governance regionale. Che rischia tra l’altro di provocare effetti a catena: basterà che qualcuno impugni uno dei provvedimenti firmati da Tonelli, per ottenerne la nullità.
Un incarico “inconferibile”, quindi. La legge stabilisce infatti che
a coloro che nei due anni precedenti siano stati componenti della giunta o del consiglio della Regione che conferisce l’incarico…., oppure siano stati presidente o amministratore delegato di un ente di diritto privato in controllo pubblico da parte della Regione, ovvero da parte di uno degli enti locali, non possono essere conferiti incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale”.
E Tonelli, ricorda l’Anac nella sua lettera, quando è stato nominato presidente della Tua il 20 febbraio 2017 (confermato il 29 giugno 2018), era amministratore unico di Pescara Energia spa (ora si è dimesso).
Società che rientra senza dubbio, scrive l’Anac, nella definizione di “ente di diritto privato in controllo pubblico”, che sono quegli enti che esercitano “funzioni amministrative, attività di produzione di beni e servizi a favore delle amministrazioni pubbliche”.
E allo stesso modo, secondo l’Anac, alla Tua Tonelli come presidente del cda ha avuto deleghe gestionali, nonostante nella sua memoria difensiva abbia sostenuto che lui dava attuazione solo a quanto deliberato dal cda.
Niente da fare: sono di natura gestionale i poteri di firma delle operazioni bancarie e finanziarie, la nomina dei consulenti e dei professionisti esterni per i quali decideva persino l’onorario, la nomina delle commissioni di concorso per la selezione dei personale e le commissioni delle gare d’appalto, la stipula dei contratti eccetera eccetera. Tutte funzioni che lui esercitava con ampi margini di discrezionalità.
E in merito a Guido Dezio, nominato consigliere del cda della Tua il 6 luglio 2016, incarico poi confermato il 31 luglio 2017 e poi nominato vice presidente il 29 giugno 2018, l’ipotesi di incompatibilità con gli incarichi dirigenziali che ricopriva al Comune di Pescara non è più in piedi, visto che Dezio si è dimesso dalla Tua il 6 novembre 2018.
Guido Dezio
Il caso era stato sollevato da Mauro Febbo come presidente della commissione di vigilanza e dal capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri, che avevano allegato a sostegno delle loro tesi i pareri dell’avvocatura regionale e dal dirigente dell’Anticorruzione della Tua Pierluigi Venditti.
Tonelli praticamente ha rivestito il ruolo di Presidente di TUA in maniera abusiva aprendo adesso la strada a svariati ricorsi e contenziosi milionari visto che non poteva firmare e stipulare qualsiasi tipologia di contratti compresi quelli di tipo bancario e finanziario, come sono nulle tutte le decisioni assunte circa la gestione dell’impresa – spiega Febbo – È del tutto evidente che siamo di fronte all’ennesimo e grave pasticcio amministrativo creato esclusivamente dal metodo adottato da D’Alfonso in questi anni in regione Abruzzo ed i suoi effetti negativi pagheremo nei prossimi mesi. Ora però da Tonelli e compagni mi aspetto le scuse, che avevo già chiesto da mesi”.