L'AQUILA L'incarico di Tullio Tonelli, dal 20 febbraio 2017 presidente di Tua spa al posto di Luciano D'Amico, era inconferibile. Lo ha sancito, aprendo la strada a una marea di contenziosi penali e contabili, l'Autorità nazionale anti corruzione con una delibera pubblicata l'8 marzo. La questione si era già posta, in altri termini, relativamente al doppio incarico in Tua e Pescara energia, da cui Tonelli si era dimesso a inizio ottobre scorso. La notizia del provvedimento dell'Anac è stata diffusa ieri dall'assessore alle attività produttive Mauro Febbo: «Tonelli non poteva e non doveva rivestire il ruolo di presidente della società Tua. Ne consegue la nullità immediata dell'atto di conferimento dell'incarico e del relativo contratto ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 39. Tonelli praticamente ha rivestito il ruolo di presidente di Tua in maniera abusiva aprendo adesso la strada a svariati ricorsi e contenziosi milionari visto che non poteva firmare e stipulare contratti, compresi quelli di tipo bancario e finanziario. Nulle anche tutte le decisioni assunte circa la gestione dell'impresa». Nel merito il provvedimento ravvisa che l'incarico ricoperto fino al 5 ottobre nella Pescara energia, quale amministratore unico della stessa, rientra nella definizione di «incarichi di amministratore di enti pubblici e di enti privati in controllo pubblico». L'incarico in Tua, invece, rientra nella definizione di quelli «di amministratore di enti pubblici e di enti privati in controllo pubblico».
L'Autorità antri corruzione sostiene, tra l'altro, che «non possano che essere considerati di natura gestionale i poteri attribuitigli in molteplici settori». Per questo, per quanto attiene alla inconferibilità, riconosciuta la sussistenza di deleghe gestionali riconducibili ruolo di presidente, viene ravvisata la fattispecie del divieto di attribuire «gli incarichi di amministratore di ente di diritto privato in controllo pubblico di livello regionale» a coloro che nell'anno precedente «siano stati presidente o amministratore delegato di un ente di diritto privato in controllo pubblico da parte della regione ovvero da parte di uno degli enti locali». Infine l'Autorità dispone l'avvio del procedimento «nei confronti di tutti coloro che, alla data del conferimento dell'incarico, erano componenti dell'organo conferente». La nomina fu decisa dal socio unico, la Regione, all'epoca del governo D'Alfonso. Febbo ha ricordato i pareri a firma dell'avvocato Stefania Valeri, dirigente del servizio Avvocatura, e del dirigente Pierluigi Venditti, responsabile dell'anticorruzione (Anac interna a Tua). «Pareri mai accolti dal Presidente D'Alfonso - ha tuonato Febbo - È del tutto evidente conclude Febbo che siamo di fronte all'ennesimo e grave pasticcio amministrativo creato esclusivamente dal metodo adottato da D'Alfonso».