ROMA Accordo governo-Regioni per cancellare il vincolo che dal 2004 inchiodava la spesa per il personale del Sanità al valore del budget di quell'anno, diminuito dell'1,4%, Dopo un confronto con la ministra della Salute, Giulia Grillo, i governatori hanno infatti dato l'ok allo sblocco di quel tetto, che da ben 15 anni faceva da tappo alle assunzioni. Un articolo in 4 commi, Disposizioni in materia di spesa per il personale del Ssn, da inserire nel primo strumento parlamentare utile (forse un emendamento al ddl Concretezza), prevede che a decorrere dal 2019 ci possano essere maggiori risorse a disposizione, sfruttando ogni anno il 5% degli aumenti del Fondo sanitario nazionale. In sostanza, già da quest'anno, le Regioni avranno a disposizione circa 50 milioni in più da destinare alle nuove assunzioni, visto che tra 2018 e 2019 c'è stato un aumento di circa 1 miliardo del Fondo sanitario nazionale.
L'IMPATTO
L'impatto di questo accordo promette di essere estremamente significativo. Per il triennio 2019-2021 il governo ha stanziato 4,5 miliardi per incrementare il Fondo sanitario e, fatto un rapido conto, si apre una dotazione di 225 milioni di euro per assumere personale. Secondo diverse fonti impegnate sul dossier, l'accordo apre la strada a circa 7 mila assunzioni nell'arco di tre anni. Una infornata necessaria, considerato che, soprattutto per effetto della riforma di quota 100, entro il 2025 potrebbero andare in pensione circa 50 mila lavoratori. L'esodo, per il 40%, riguarderebbe gli infermieri, ma tutti comparti si preparano a subire robuste perdite di personale. «Il via libera a un'ipotesi normativa che superi l'anacronistico vincolo delle assunzioni, con il conseguente sblocco del turn over è stato possibile grazie alla piena e leale collaborazione tra Stato e Regioni» ha spiegato il ministro della Salute Grillo. Occorre ricordare che una settimana fa, proprio per contrastare gli effetti negativi di quota 100 e garantire i livelli essenziali delle prestazioni, la maggioranza che sostiene il governo Conte aveva presentato un emendamento al decretone nel quale si legge che «gli enti e le aziende del servizio sanitario nazionale possono procedere all'assunzione delle professionalità necessarie, anche tenendo conto delle cessazioni di personale che intervengono in corso d'anno purché in linea con la programmazione regionale».
LA PROPOSTA
La proposta di modifica, si legge nella relazione tecnica, interviene esclusivamente sulla programmazione delle assunzioni e sull'organizzazione dei relativi concorsi «senza incidere in nessun modo sulla disciplina relativa ai limiti di spesa per le assunzioni di personali». Come a dire: zero oneri aggiuntivi a carico delle casse dello Stato. L'accordo sblocca assunzioni è stato accolto con sollievo dalle Regioni. Nel Lazio, ad esempio, dal 2001 al 2016 si sono persi oltre 10 mila posti di lavoro nel comparto sanitario. E occorre aggiungere che circa 2.500 sono state le uscite tra il 2016 e il 2018 e altri 7.500 sono destinati alla pensione nel quinquennio 2018-2023. «L'accordo sui nuovi tetti di spesa per il personale del servizio sanitario nazionale garantirà, sin dal 2020, una boccata d'ossigeno ai nostri ospedali, costretti negli ultimi anni a compiere sforzi giganteschi per mantenere invariati i livelli di efficienza a fronte di un depauperamento costante dei reparti in termini di organico» ha spiegato l'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera.