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Data: 23/03/2019
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tav, gelo Macron-Conte «Impegni da rispettare»

BRUXELLES Alla fine il tempo Emmanuel Macron lo ha trovato per parlare di Tav con Giuseppe Conte, anche se a Bruxelles il presidente francese ha ripetuto al collega italiano cose risapute: i problemi, se ci sono, sono di politica interna italiana, per la Francia la Tav si fa come da accordi, avanti come previsto. Giovedì sera si è sfiorata l'ennesima crisi diplomatica quando Macron è sbottato: «sulla Tav la Francia ha sempre avuto la stessa posizione. Credo che ogni volta che ci sono dei temi di divisione nazionale o domestici di un paese al Consiglio europeo si perde tempo, e io non ho molto tempo da perdere». Colpa dei giornalisti che lo hanno pressato e che volevano a tutti i costi che il presidente francese si esprimesse sulla politica interna italiana, lo ha poi scusato lo stesso Conte dopo la mezz'ora di chiacchierata. «È stato un buon e proficuo incontro, abbiamo anche parlato di Tav, abbiamo condiviso un metodo, riferiremo ai nostri rispettivi ministri competenti» ha detto positivo il presidente del Consiglio. Il quale ha ricordato anche il caso dei latitanti in Francia, un nodo da sciogliere in fretta.
IL NODO
Se l'Eliseo parla di un impegno chiaro da parte della Francia, soprattutto finanziario, Conte ha preferito non addentrarsi nei particolari della ripartizione dei costi dell'opera. Per il ministro Toninelli è proprio qui il problema, come ha ripetuto ieri: «l'Italia spende 3,5 miliardi per la galleria e la Francia 2,4 miliardi nonostante la Francia abbia 45 km di proprietà su 57 km. Perché loro avevano una tratta esterna con una spesa molto maggiore. Quella tratta francese è definanziata, non è stata finanziata e cade di conseguenza la motivazione per cui l'Italia debba pagare di più». Venerdì' sera il Senato francese ha però adottato un emendamento alla Legge quadro sulla mobilità in cui si conferma non solo «l'impegno nella realizzazione della linea ferroviaria internazionale Lione-Torino», ma anche la realizzazione «delle vie di accesso, che contribuiscono al miglioramento degli spostamenti internazionali e rispondono anche ai grandi obiettivi della strategia d'investimento di questa legge (transizione energetica, mobilità locale, sviluppo del trasporto merci su rotaia)». La legge evoca modalità di realizzazione che dovranno essere pertinenti e soprattutto la possibilità di chiedere per la tratta francese e per la tratta italiana - un cofinanziamento all'Europa, come per il tunnel.
LE ASPETTATIVE
Del resto un po' se lo sentiva e la sera prima, rientrando in albergo dopo la prima giornata di Consiglio europeo, Giuseppe Conte aveva provato ad inquadrare il faccia a faccia con il premier francese Emmanuel Macron come occasione «per discutere dei tanti dossier aperti e non solo di Tav». Quando però i due si ritrovano intorno ad un tavolo dell'hotel Amigò, la conversazione scivola subito su quella analisi costi-benefici che per il presidente del Consiglio italiano dovrebbe essere la chiave di volta per un possibile ripensamento Italo-francese. Se non che Macron gela subito il suo interlocutore dicendogli che «il nostro impegno è chiaro» e che «la Francia vuole fare la Tav», ma nulla osta ad un approfondimento basato anche sull'analisi elaborata dal governo italiano. Quindi via libera a nuovi incontri tra il ministro delle Infrastrutture Toninelli e la collega francese Borne, ma la disponibilità francese a rivedere un progetto in discussione da vent'anni sembrano molto limitate ad un gesto di cortesia.
Malgrado Macron, prima dell'incontro avesse definito la Tav un problema «Italo-italiano» viste le altre urgenze che attendono l'Europa - Cina e Brexit in testa - Conte si dice soddisfatto per avermi raggiunto con Macron «un'intesa sul metodo». D'altra parte i bandi di gara per gli appalti sono partiti e tornare di nuovo indietro, anche se sulla carta è possibile, sembra molto complicato. «Non dipende da noi, ma dagli italiani e spero che si faccia», ha poi ribadito Macron al termine del Consiglio europeo. Con Conte il presidente francese ha anche discusso del salario minimo mentre Matteo Salvini, che continua a sostenere la Tav, si augura che i due abbiano anche parlato dei terroristi che da anni sono in Francia.

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