Entra anche Marcello Antonelli, ultimo acquisto della Lega, nel lotto di nomi dai quali Matteo Salvini tirerà fuori la proposta secca per la candidatura a sindaco di Pescara. L'ex capogruppo di Forza Italia, approdato al Carroccio dopo lo strappo con il coordinatore regionale Nazario Pagano, deciso a imporre il nome di Carlo Masci, eterno aspirante alla fascia tricolore, se la batterà con Vincenzo D'Incecco, neo consigliere regionale leghista e già numero due del gruppo azzurro in consiglio comunale, e con la preside del liceo classico Donatella D'Amico, autentica sorpresa del toto sindaco che sta animando partiti e coalizioni. Chiusa la pratica Basilicata, Salvini intende affrontare oggi i prossimi capitoli elettorali, vale a dire le liste per le Europee e per i Comuni capoluogo ancora scoperti, dopo la scelta dei primi tre candidati sindaci del centrodestra.
Sarà poi il tavolo nazionale a comporre l'equilibrio di coalizione. E lì si giocherà la partita decisiva tra la pedina della lega e Carlo Masci, rimasto ormai unico nome di Forza Italia dopo l'addio di Antonelli e il sostanziale passo laterale di Luigi Albore Mascia, a sua volta scettico rispetto all'ipotesi di sondaggio prospettata da Pagano.
LA POSTA IN PALIO
Di certo c'è che la lega non è intenzionata a mollare l'osso di Pescara, dopo il risultato regionale che ha visto eletto il candidato di Fratelli d'Italia con l'apporto decisivo del partito e, a livello personale, di Salvini, ma soprattutto dopo la scelta di candidati azzurri a Bari e Foggia e la vittoria in Basilicata del generale Bardi in quota Berlusconi. Il radicamento del Carroccio nel centro-sud impone la scalata a un Comune di peso come Pescara, soprattutto in prospettiva della nascita della città metropolitana.
L'ULTIMO ATTO
In questo clima di incertezza assoluta, al quale contribuisce il sostanziale stallo del centrosinistra dopo il gran rifiuto di Marco Alessandrini, oggi il consiglio comunale affronta l'ultimo nodo del mandato: arriva in aula il bando per la riqualificazione delle aree di risulta, cavallo di battaglia del sindaco uscente, ormai in rotta completa con il Pd. Soltanto il M5S sembra pronto a dare battaglia per recuperare le 4537 osservazioni giudicate inammissibili, mentre il resto dell'opposizione, con il gruppo di Forza Italia ridotto ai minimi, è in piena fase di smobilitazione. D'altro canto, la salute della maggioranza di centrosinistra è ben rappresentata dal parere negativo alla proposta di bando espresso ieri dalla commissione territorio. A conti fatti, dopo l'addio dei tre consiglieri centristi, i voti teorici della maggioranza sono scesi a 18, contro i 15 delle opposizioni. Sottraendo gli immancabili dubbiosi, l'ultimo gol di Alessandrini è appeso a un voto.