ROMA È stato un 2018 da record per le Ferrovie dello Stato, pronte ad impegnarsi con Delta su Alitalia sebbene serva una proroga. Grazie anche al contributo di Anas, il gruppo archivia l'anno con un utile di 559 milioni (+1,3%) e ricavi per 12,1 miliardi (+30%). Un traguardo per l'amministratore delegato, Gianfranco Battisti, il risultato netto fotografato come «il dato più performante della storia di Fs», ma anche i ricavi che «per la prima volta hanno abbattuto il muro dei 10 miliardi di ricavi». Ci sono tutti gli ingredienti per affrontare le sfide del 2019, dall'ulteriore spinta al digitale alla scommessa sul trasporto regionale, dal piano di produttività per il settore cargo alle eventuali sinergie con Alitalia. Perché «il dossier è in corso di valutazione». Ma per il gruppo Fs, sia chiaro, è una «operazione industriale», un affare «di mercato», da fare «se c'è un ritorno sull'investimento». Insomma, «la condizione essenziale per definire un progetto», ha precisato l'ad, è che «l'operazione contribuisca a creare valore». Nessun commento invece sui possibili partner da affiancare a Delta dopo l'uscita di scena di easyJet (è spuntato anche il nome di China Eastern): «Parliamo con tanti operatori. Il dossier è ancora blindato e aspettiamo di chiuderlo».
IN STAND BY ANAS
Intanto ieri il cda che aveva Alitalia al'ordine del giorno, avrebbe formalizzato ai commissari, anche per conto di Delta con cui si sarebbe scambiato lettere, una proposta di proroga del termine del 31 marzo per il piano industriale. Nella missiva Fs dovrebbe mettere nero su bianco l'impegno a portare a termine l'acquisizione assieme ai partner: questa è l'attesa dei commissari che oggi verranno auditi dalle Commissioni di Senato e Camera. La richiesta di una proroga di qualche settimana serve solo per completare la compagine azionaria.
Tornando ai numeri del gruppo Fs, c'è spazio per «un ulteriore potenziale miglioramento della performance industriale», ha spiegato Battisti. Il bilancio approvato ha fotografato un ebitda di 2,5 miliardi (+7%), investimenti tecnici pari a 7,5 miliardi (di cui il 98% in territorio italiano), a fronte di una solidità finanziaria che si rafforza con 41,8 miliardi di mezzi propri e una posizione finanziaria netta che migliora a 6,7 miliardi. Non è poco per un gruppo che nel 2006 perdeva circa 2 miliardi, e che ora guarda alla crescita con le necessarie «condizioni di sostenibilità finanziaria».
Di qui il rafforzato impegno per i pendolari del trasporto regionale, ma anche la promessa di una «feroce accelerazione» sui cantieri, oltre all'obiettivo di garantire i livelli di sicurezza e di migliorare la puntualità. Resta invece in stand by il capitolo Anas (nel gruppo da inizio 2018, ma su cui il governo intende fare molte riflessioni), «parte integrante del nostro gruppo». Per il momento, ha precisato Battisti, «se la politica non decide diversamente, siamo perfettamente integrati».